Di arrivi fondamentali nell'ultimo giorno di mercato ne abbiamo visti abbastanza e, quest'anno, anche la Fiorentina ha il suo. Sotto il sole cocente del 31 agosto, infatti, in città è arrivato Cyril Thereau. Il classico colpo last minute per completare un reparto, ovvero l'attacco, dove i viola si sono improvvisamente ritrovati nudi, vedendo partire uno dopo l'altro i vari Ilicic, Kalinic e Bernardeschi. Ed ecco, allora, questo ragazzone alto 1,90, con la passione dei tatuaggi e una virtù che agli allenatori di oggi piace eccome. Già, perché il francese, nonostante la stazza, di stare fermo non ne vuole proprio sapere: punta, seconda punta, esterno o trequartista. Insomma, quel classico giocatore a cui piace giocare ovunque, basta che sia vicino alla porta. La carta d'identità dice 34 anni, di cui gli ultimi sette passati sui campi di Serie A a correre e lottare, condendo il tutto con qualche gol. Perché, in fin dei conti, di mestiere fa l'attaccante e la sua essenza è quella. Anche per questo è stato lo stesso Pioli a scomodarsi per il suo arrivo, prezioso pure in qualità di mamma chioccia per una delle squadre più giovani del campionato. "Era destino vestire questi colori" disse Thereau sotto il sole di quel 31 agosto, perché a Firenze doveva già arrivarci qualche annetto prima, ma poi non se ne fece nulla. "Questa è senza dubbio l'occasione migliore della mia carriera" furono le sue parole. E la sto onorando, come meglio non poteva. Quattro i gol segnati fin qui, quattro gli assist, tanti i chilometri percorsi sulla sinistra, dove Pioli lo usa un po' come fa il buon Allegri con Mandzukic. E quando non c'è stato, la Fiorentina ha sofferto: due le sconfitte (Crotone e Roma) e un pareggio, quello di Ferrara contro la Spal. Senza considerare le prime due gare di campionato, quando il francese giocava - e segnava - con la maglia dell'Udinese e la Fiorentina perdeva contro Inter e Sampdoria.
Ora, però, è tornato e la differenza si sente tutta. Dopo il pareggio soffertissimo di Roma con la Lazio, infatti, la Fiorentina è ritornata a quella vittoria che mancava dal 25 ottobre (3-0 con il Torino, guarda caso l'ultima partita di Thereau prima dell'infortunio). Lo ha fatto contro il nuovo Sassuolo di Iachini, che non riesce ad uscire dalla crisi ma che dovrà farlo quanto prima per evitare lo spettro della B. Non ha segnato Thereau, ma lo ha fatto fare ai compagni con due assist da applausi. Prima la palla tagliata in area per il raddoppio di Veretout, poi la scodellata per il tris di Chiesa nella ripresa. Standing ovation più che meritata, dunque, quella che gli ha riservato il Franchi al momento della sostituzione. Tutti in piedi ad applaudire, perché questo gigante tatuato e dai piedi delicati piace a chiunque. Benedetto sia quel 31 agosto allora. Una Fiorentina senza Thereau, adesso, nessuno riesce ad immaginarsela. Pioli in primis.