A Mosca, nel 2008, al termine della finale di Champions persa contro il Manchester United John Terry non riusciva a trattenere le lacrime, nemmeno una volta sceso negli spogliatoi. Troppo grande la delusione per quell’ultimo, decisivo rigore fallito. Il destino gli aveva concesso l’occasione di entrare una volta ancora nella storia del Chelsea, una scivolata sul dischetto gli ha precluso quell’enorme opportunità.
Fascia di capitano saldamente al braccio, come sempre, pochi passi dalla gloria e pallone spedito sul palo: festa Manchester United e incubo Chelsea. Non è difficile intuire come possa essere stato quello il momento più difficile dei 22 anni di storia Blues per JT. Ed è quasi paradossale che ora sia proprio la Russia a concedergli l’opportunità di provarci ancora.
Da Mosca a Mosca, dieci anni più tardi, per un nuovo inizio. Lo storico capitano del Chelsea riparte dallo Spartak dopo la parentesi all’Aston Villa: proprio questa mattina ha svolto le visite mediche a Villa Stuart prima di firmare con la squadra allenata da Carrera. L'idea di smettere d’altronde non lo ha mai sfiorato: “Non sono ancora pronto per ritirarmi, ho ancora benzina nel serbatoio”, aveva detto ieri. Questione di stimoli, di fame. E di voglia di continuare ad imparare.
Nel suo studio, accanto ai numerosi trofei che ha conquistato nel corso della sua lunga carriera, tiene in rigoroso ordine dei manuali scritti da lui stesso sullo studio del calcio. Una piacevole abitudine che ha iniziato a coltivare da quando ha conosciuto Mourinho ai tempi del Chelsea. Ventidue anni in Blues: capitano, leader leggenda. Così avevano imparato a conoscerlo i tifosi del Chelsea.
Ordine e disciplina, punto fermo nella storia recente dei Blues. Trofei e vittorie. Trionfi e dolori. Anche storici dualismi, come quello vissuto con Gerrard, indimenticata bandiera del Liverpool ora sulla panchina dei Rangers. Per i due il destino ha deciso di rinnovare la sfida. Si ritroveranno infatti a sfidarsi nello stesso girone di Europa League, per un pizzico di Premier vintage a colorare l’Europa. Anche se probabilmente dovranno accontentarsi di vedersi fuori dal campo, perché il difensore è fuori tempo limite per essere inserito in lista.
Cura del dettaglio e voglia di superarsi sempre: così Terry ha vinto la sfida con il tempo. Da dieci ha assunto uno chef che si occupa della sua alimentazione. Non ha mai saltato un allenamento, corre anche quando è in vacanza e cura in modo quasi maniacale ogni aspetto del suo fisico. Tirato a lucido e pieno di motivazioni: JT è pronto a ripartire dalla Russia. Quello che Mosca gli ha tolto 10 anni fa potrebbe ridarglielo ora, nell’ennesima sfida dell’infinita carriera di uno dei difensori più forti degliultimi anni.