- Rispettate sempre le gerarchie della società, ed i ruoli di ognuno (onde evitare di ripetere gli errori del passato, dopo vedremo perché);
- Tenere sempre a mente il budget, la nostra filosofia e le nostre regole.La scala gerarchica di questa società (su cui qualcuno ultimamente si è divertito a fare lo spiritoso) è semplice e lineare: vi è un AD a cui fa capo e risponde la verticale finanziaria ed organizzativa ed un DG a cui fa capo e risponde la verticale sportiva. Entrambi sono i referenti ed i responsabili per le verticali che gestiscono, ed entrambi rispondono direttamente a me.Chiunque legga queste righe ed abbia gestito, anche solo per una settimana, una struttura aziendale, sa perfettamente che, a prescindere dalla materia di cui l’azienda si occupa, un’organizzazione gerarchica con compiti chiari e chiare responsabilità è alla base del buon funzionamento della stessa. Se si mette in discussione la società, tutto viene meno. L’unica cosa certa è la proprietà e nessuno deve arrogarsi il diritto di sostituirsi ad essa.Avevo ricevuto grandi promesse circa il rispetto di queste dinamiche, promesse che sono state disattese quasi da subito. Chi non c’è più (vecchi e nuovi) sa bene quali sono le fortissime motivazioni alla base di tali allontanamenti. A partire da Guglielmo Acri che recentemente ha dichiarato di non sapere le ragioni per le quali è stato mandato via, egli invece è perfettamente a conoscenza delle varie problematiche che le sue condotte hanno creato. Nel momento in cui, per il bene della società l’AD lo chiama e gli dice di fare una cosa, e lui fa il contrario con l’aggravante dei toni minacciosi ed offensivi e con l’ulteriore aggravante di dare allo spogliatoio indicazioni diametralmente opposte a quelle ricevute, alla società non resta altro da fare che chiudere il rapporto anche in considerazione degli enormi e ridondanti disagi che comportamenti del genere creano nel gruppo per il prosieguo della stagione.Stesso discorso valeva e vale per chi ha iniziato quest’anno. C’è chi ha parlato di “gerarchia opprimente che impediva di lavorare”: l’aver chiuso In tre settimane 4 operazioni di mercato in autonomia ed aver messo sotto contratto un corposo staff tecnico in autonomia testimonia, evidentemente, il contrario. Il DS ha avuto carta bianca circa la scelta dell’intero staff tecnico, se dopo tre settimane mi dice in riunione che non è più in grado di controllarlo e di gestirlo, posso fare poco altro. Affinché un azienda funzioni è fondamentale che tutti abbiano chiari i propri ruoli e rispettino i propri referenti, differentemente si può anche intervenire e risolvere un problema “dell’oggi” ma si avrà la certezza di gettare le basi per l’anarchia “del domani”. Ho il dovere, sempre, di difendere la società che rappresento, la quale, nelle ultime settimane è stata vittima di attacchi sia a mezzo stampa sia, soprattutto, a taccuini chiusi (cosa ben più grave e vile) da parte di chi, stipendiato dalla stessa società, ha provato a forzare la mano ed a descrivere una condizione di difficoltà nell’esperire le proprie mansioni. Tali “grandi difficoltà” raccontate altro non erano che il rispondere a semplicissime gerarchie organizzative, normali e ben chiare già da molto tempo prima delle firme di certi contratti. Chi delegittima, in pubblico od in privato, un quadro aziendale non solo fa il male della propria azienda ma esplicitamente delegittima chi quel quadro lo ha scelto e gli ha dato fiducia, ovvero il sottoscritto. Ancora più grave è fare tutto ciò, ed anche di più, fra le sacre mura dello spogliatoio. Chi non è d’accordo con la mia visione delle cose ha il diritto di cessare la collaborazione con l’azienda che gestisco e rappresento. Certe alzate di testa, certe forzature per mettere pressione non hanno mai portato a nulla, servono solo ad esasperare gli animi e ad avvelenare il clima; soprattutto se vengono da chi era partito con il giusto spirito salvo poi, per ragioni ancora da decifrare, iniziare una battaglia interna contro chi lo aveva nominato e contro chi gli pagava lo stipendio. Qualcuno ha provato a forzare la mano chiedendo “apertis verbis” lo stravolgimento di tali gerarchie, attaccando apertamente una figura di riferimento sostenendo che non riusciva a parlarci poiché “lo innervosiva” e quindi non ci voleva più interloquire. Questo non è l’amore di cui egli parla: l’amore è una sentimento spontaneo, non una condotta freddamente premeditata. Dovrebbe raccontare invece, tale signore, che in una telefonata delle 13:45 del 16 Luglio u.s. esprimeva al DG la massima contentezza di lavorare con lui e per quest’azienda, raccontava anche come in altre esperienze fosse stato costretto a pagare di tasca propria cene alla squadra per fare gruppo: esprimeva grande soddisfazione per le condizioni di lavoro concesse e per gli ottimi giovani in organico, giovani coi quali “la proprietà avrebbe fatto tanti soldi”. Una sola cosa chiese per esser ancor più felice, “far allenare la squadra tutto l’anno su un campo in erba”: 36 ore dopo aveva il nostro assenso e tre proposte di campi in erba da collaudare, il fatto che non sia mai andato a vederli, bucando anche un appuntamento a riguardo, la dice lunga circa la premeditazione di certe condotte. Dovrebbe anche raccontare, tale signore, perché dopo tutte queste belle parole, il 26 Luglio u.s. alle 21:26 comunicava per sms le proprie dimissioni al DG comunicando che la mattina successiva avrebbe “salutato la squadra” e “ringraziando per tutto”. Salvo poi presentarsi al campo e far finta di nulla, con la complicità di chi lo ha coperto. E mi fermo qui. Anzi, aggiungo soltanto, per chi si è permesso di dire in tono minaccioso che “non dovevo permettermi di portare avanti una certa operazione sopra la testa di qualcuno” che i 3.000 tifosi presenti alla prima gara ufficiale ringraziano per il goal e per il passaggio del turno. Oggi la società ha preso delle decisioni nette e forti come è sempre accaduto e come sempre accadrà, quando qualcuno ha provato a metterla spalle al muro. Proseguiremo nel nostro lavoro convinti che con serietà e duro lavoro, i risultati arrivano sempre. Forza Fere. Sempre!”.
Data: 12/08/2016 -