Sorride sincero, Vincenzo Vivarini. Si tiene stretta la sua Panchina d'Oro in mano, guarda i colleghi seduti lì ad applaudirlo e ringrazia. Basta ripensare all'estate difficile trascorsa per capire che per lui, questo, non è un premio come gli altri: "Personalmente questa stima degli altri allenatori mi riempie di orgoglio, è un valore importante per tutta Teramo perché, dopo quello che è successo, questo premio prettamente tecnico vuol dire che tutti hanno riconosciuto che sul campo abbiamo mostrato qualità ed efficacia", racconta l'allenatore del Teramo a GianlucaDiMarzio.com. Una promozione conquistata dal campo e poi tolta dalla giustizia sportiva: problemi, difficoltà... tutto in salita. E allora una Panchina d'Oro così può anche ricambiare tanti momenti negativi: "Una sorpresa davvero, non me l'aspettavo. Pensavo fosse qualcun altro a vincere...", ammette Vivarini. Poi guarda la classifica del suo Teramo: nono, 32 punti tolti i 3 di penalità. Lontani i sogni dell'anno scorso, perché "questa è una stagione di transizione. Eravamo partiti da -6, dovevamo ammortizzare tutto quanto successo ed abbiamo cercato di dare continuità al nostro progetto". Un premio anche per tutta Teramo? "La città ha tanto entusiasmo, ha voglia di fare bene ancora. E questa Panchina d'Oro fa bene anche a loro, riporta tutti alle cronache per fatti positivi per fortuna".
Vivarini si ferma, poi continua. Perché sa che il premio nelle sue mani riconosce il lavoro di una società intera, che ha saputo metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio. Due nomi su tutti: Donnarumma e... Lapadula, alfieri di quel Teramo da promozione ed oggi volti copertina in Serie B: "Bisogna condividere i grandi risultati anche col direttore Di Giuseppe che è riuscito a fare una squadra con giocatori di grande qualità, tra cui appunto Alfredo e Gianluca che hanno fatto cose straordinarie, ma appoggiati da una squadra che li ha messi sempre nelle migliori condizioni. Ringrazio anche loro, questo premio è anche merito loro". E se Lapadula andasse alla Juventus? I bianconeri lo hanno già opzionato sì, Vivarini ferma la domanda. Ha già la risposta pronta: "Non mi farà effetto, glielo dicevo sempre l’anno scorso che ero consapevole delle sue qualità. Quando lo vedi tutti i giorni ti rendi conto delle potenzialità che un giocatore può avere, gli dicevo che non era da quelle categorie ma che ancora non aveva mai tirato fuori la fame e la rabbia per consacrasi. La Juve o le grandi squadre guardano a chi si mette in evidenza e non poteva essere altrimenti". E' anche a lui, allora, che Vivarini dedica questo premio: "ai miei giocatori, ma soprattutto al mio staff che ha fatto qualcosa di speciale in questi nove anni insieme". C'è tempo ancora per un ricordo, perché quella di ieri "è stata una giornata particolare. Ho visto negli sguardi e negli abbracci dei miei colleghi la loro felicità per la mia vittoria. Di Francesco si è alzato, mi è venuto incontro e mi ha detto: 'se non avessi vinto tu, avrei spaccato tutto'. Il riconoscimento del lavoro fatto... questo, davvero, è il premio più bello". Teramo torna in prima pagina, Vivarini stringe la Panchina d'Oro e ringrazia, col sorriso. Inseguendo presto, chissà, un'altra promozione.