La feijoada brasiliana o l’encebollado ecuadoregno, la ceviche peruviana o la patès di Haiti? Questione di gusti, di palati fini. Piatti da intenditori, per capirci. Se poi anche calcistici ancora meglio… Cibo e fùtbol, che hanno in comune? Bisogna gustarseli ed apprezzarli, fino in fondo. Inebrianti: spirito e tradizione che vanno a braccetto. E qui il gioco inizia a farsi duro: subentra il sentimento, la passione, l’ebbrezza, perfino la devozione; contrastate e coadiuvate da sofferenza e tormento. Sensualità, desiderio. Ora buttate tutti questi ingredienti in un grosso pentolone e mixate: lasciatevi trasportare. Si inizia a percepirne il profumo, l’atmosfera. Si spalancano le porte dell’immaginazione, aria di Sudamerica trapiantata negli Stati Uniti dove andrà in scena la competizione. Vi siete calati nella realtà? Si inizia, tenetevi forte: ecco a voi la magia della Copa America.
IL GIRONEBrasile, Perù, Colombia, Haiti: et voilà, il girone B. Combattuto ed equilibrato per ¾, visto che difficilmente Haiti potrà sperare nell’impresa, anzi… È alla ricerca dei primi storici punti nella competizione! Le altre tre invece se la giocheranno a viso aperto per i primi due posti del girone, senza escludere grosse sorprese.
LA FAVORITA
Diciamo Brasile per la storia calcistica e non solo della Seleçao, ma la squadra di Dunga è probabilmente la meno talentuosa degli ultimi 10 anni. Svariate le motivazioni che hanno portato a questo giudizio: un ricambio generazionale che non ha portato i frutti sperati: le scelte di Dunga stesso ed alcuni talenti (vedi Neymar e Felipe Anderson) risparmiati in vista dei Giochi Olimpici di agosto sono le principali attenuanti per la poca qualità dei verdeoro, che tuttavia vorranno rifarsi dopo alcuni insuccessi come il ‘Mineirazo’ dei Mondiali del 2014 contro la Germania e la sconfitta per mano del Paraguay nei quarti di finale della Copa America dello scorso anno. E storicamente, gli Stati Uniti portano bene al Brasile: noi italiani ne sappiamo qualcosa…
LA SORPRESAEcuador e Perù, allo stesso modo. Sì, e chissà che siano proprio loro due a spuntarla ai danni del Brasile. La squadra di Quinteros sta letteralmente dando spettacolo nelle qualificazioni in vista del Mondiale in Russia, trovandosi momentaneamente al primo posto nel proprio girone. Fisicità e rapidità le armi in più della squadra, con quell’Enner Valencia del West Ham in attacco pronto a mettere a ferro e fuoco le difese avversarie. Punti a sfavore? Insieme al Venezuela è l’unica squadra della Copa a non aver mai trionfato nella competizione e se l’esperienza conta davvero qualcosa… Dall’altro lato il Perù di Gareca, in una parola: freschezza. Ben 17 dei 23 giocatori convocati militano nel campionato peruviano ed addirittura 5 di questi non hanno mai messo piede in campo con la ‘Bicolor’! E chissà che queste ‘novità’, in fin dei conti, non possano rivelarsi davvero l’arma in più. La certezza di questa squadra si chiama Paolo Guerrero: dopo la mancata convocazione degli altri senatori, toccherà ancora una volta a lui reggere il peso dell’attacco del Perù, dove ancora si domandano come se la sarebbe giocata con un partner d’attacco come Lapadula. Ma non c’è tempo per i rimpianti: la ‘Bicolor’ nella propria storia ha trionfato due volte nella competizione, arrivando addirittura terza sia nell’ultima Copa America che in quella precedente. A meno di clamorose sorprese, sia Ecuador che Perù difficilmente potranno dire la loro nelle fasi finali del torneo: ma dopo quanto successo nell’ultima Premier League, nel calcio pronunciarsi a priori potrebbe risultare ancora una volta deleterio e complicato.
LE ALTRE
Rimane da trattare la più classica delle Cenerentole: Haiti. Prima storica partecipazione alla Copa America, carta canta. Poche pretese, tanti sogni: per i ‘Grenadiers’ conquistare anche solo un punto potrebbe essere sinonimo di vittoria o, quantomeno, motivo di orgoglio nazionale. La squadra di Patrice Neveu difficilmente potrà replicare un’impresa paragonabile all’incredibile qualificazione nei mondiali del 1974, ma per lo stesso criterio citato in precedenza non ci sentiamo in grado di escludere eventuali colpi di scena. E per il Paese più povero del Sudamerica, solamente competere insieme alle ‘grandi’ è già di per sé un motivo di vanto…
LA STAR
Sicuramente da ricercare tra i giocatori verdeoro, ma stentiamo ad individuarne una che riesca di gran lunga a prevalere sulle altre: un Neymar qualsiasi, per intenderci. Ma visto che l’asso del Barcellona è stato risparmiato in vista delle Olimpiadi, a grande sorpresa abbiamo deciso di puntare su chi è stato designato in maglia Santos proprio come suo futuro erede, sperando diventi la vera e propria rivelazione del torneo per Dunga: Gabigol. Sì, niente Willian o Coutinho, piuttosto che Hulk: potenzialmente il vero crack della ‘Seleçao è il classe ’96 del Santos, accostato in passato anche alle squadre italiane. Mancino delicato ma all’occorrenza al tritolo, fisico, elegante, ma soprattutto decisivo e cinico. Più ‘falso nueve’ che ‘nove’ vero e proprio. Biglietto da visita? Gol all’esordio in verdeoro contro il Panama nell’amichevole poi terminata 2-0 per il Brasile. La Copa America del centenario potrebbe essere la giusta vetrine per lanciarlo definitivamente nel grande calcio.
GLI ‘ITALIANI’
A differenza degli altri gironi sono pochi, pochissimi. Anzi, solamente uno: Miranda, difensore brasiliano dell'Inter. Una vera e propria rarità vista la predilezione del bel paese per i talenti made in Sudamerica. Col mercato alle porte e con la Copa America ancora da giocare, è più che lecito attendersi qualche cambiamento numerico nel futuro prossimo.
LA CURIOSITA'
La curiosità ha un nome ed un cognome e… Non è un calciatore! Allora di chi si tratta? Rodrigo Figueroa, preparatore atletico cileno dell’Ecuador, nonché fedelissimo del ct Quinteros, conosciuto da ragazzo durante gli studi in Argentina e con cui collabora da più di 10 anni. ‘L’arma segreta dell’Ecuador’, dicono di lui, definito anche come personaggio quantomeno singolare e grande motivatore, nonché realizzatore di murales e quadri giganti. Motivatore, proprio in tutti i sensi… Pensate che ha inventato un metodo basato sul viagra da somministrare ai propri giocatori! La motivazione? Il viagra è ritenuto un vasodilatatore temporaneo utile per combattere gli effetti dell’altura soprattutto durante le partite giocate a La Paz. Il soprannome “Dottor Viagra” non è un caso, anche se non è particolarmente apprezzato dal diretto interessato. Sì, la magia del calcio Sudamericano passa anche da questi personaggi e da questi aneddoti, tra realtà e leggenda.
LA PARTITA
Dando per scontato che il Brasile abbia qualcosa, anzi qualcosina in più delle contendenti, forse per importanza legata alle sorti del girone la partita con la “P” maiuscola sarà Ecuador – Perù, che andrà in scena il 9 giugno alle 4 del mattino, ora italiana. Per entrambe sarà il secondo match del girone, che tanto potrà dire riguardo le relative speranze di proseguire nella competizione. E allora rimanete sintonizzati qui con noi su Gianlucadimarzio.com, dove seguiremo gli sviluppi del Gruppo B e della competizione in generale, quasi come fossimo lì, a due passi. Allora chiudete di nuovo gli occhi e lasciate ampio spazio all’immaginazione: la magia della Copa America passa anche e soprattutto dalla passione e dalle proprie sensazioni. E precisiamo: solo per palati fini.
Alberto Trovamala