Una partita da non sbagliare e una qualificazione ai Mondiali da ottenere a tutti i costi. E' carico e deciso Daniele De Rossi in vista di Svezia-Italia, gara d'andata dei playoff per strappare un pass per Russia 2018. Intervenuto in conferenza stampa, il centrocampista della Roma ha parlato delle qualità che serviranno per affrontare la doppia sfida contro gli svedesi: "Conterà l’esperienza, ritengo sia una dei principali fattori che serviranno per avere la meglio in questo scontro diretto. Sarà però necessario dimostrare un mix di qualità, come ad esempio anche il furore e la rabbia. Non ci tremano le gambe, questo è una condizione determinate e necessaria quando si affrontano gare a certi livelli. Così come non mi tremarono le gambe quando a 22 anni giocai la finale dei Mondiali, sono sicuro che anche i miei compagni oggi saranno nella mia stessa condizione. E in ogni caso questo è uno spareggio, non una finale dei Mondiali. Noi siamo forti, probabilmente siamo migliori della Svezia, ma c’è comunque quel pizzico di paura che nel calcio di adesso è ormai quasi necessaria, perché i grandi giocatori non si trovano più soltanto nelle big europee o in Argentina-Brasile. Dovremo stare uniti, lasciare da parte i campanilismi perché andare al Mondiale è un bene di tutti. In ogni caso nello spogliatoio abbiamo molta fiducia".
"Non temiamo le due partite in tre giorni - ha proseguito De Rossi -, conosciamo i tempi di recupero e molti di noi sono già abituati a giocare spesso con le squadre di club. Questo non inciderà molto, anche loro giocano in Champions o in Europa League, non credo che potrà essere questo un fattore determinante. Questo è un vero dentro o fuori, non superarlo sarebbe una macchia sul curriculum – ha aggiunto De Rossi -. Se poi arrivi a giocare una semifinale o un quarto di finale ai Mondiali, almeno ci sei arrivato, perdere ad esempio con la Germania sarebbe come sentirsi dire ‘sei stato ugualmente bravo’. Adesso siamo concentrati su questa sfida, a farla da padrone sarà soltanto il risultato".
Spazio ad un bilancio personale in chiusura: "C’è stato un momento in cui ho pensato che non avrei più segnato molto, ovvero quando sono stato arretrato: non credevo potessi più essere il centrocampista più prolifico del calcio italiano - ha concluso De Rossi -. I miei gol possono essere su rigore o su calcio piazzato, ma con l’età si diventa anche più esperti e qualche rete di testa si può anche fare. L’evoluzione del mio ruolo mi ha dato qualcosa in più sulle palle inattive. L’ultimo Europeo mi ha fatto bene, sono tornato in Nazionale quando avevo 33 anni. Adesso il fatto di giocarci la qualificazione ad un Mondiale è molto importante, per me sarebbe il quarto. Non so di sicuro se eventualmente farò un torneo da protagonista, ma il fatto di non qualificarmi sarebbe un timbro sulla mia carriera. Non voglio perdere questo Mondiale, così come non vuole perderlo nessuno di noi: per Buffon sarebbe il sesto, per alcuni altri il terzo. Dobbiamo andare in Russia, perché una volta che sei lì poi te la giochi. Non partecipare sarebbe molto negativo".