Domenica Liverpool-Juve, l’anticipo è Real-United ed il posticipo Bayern-Milan. Fantacalcio? Sembrerebbe, e invece no: c’è chi è pronto a scommetterci (ed investirci). Milioni su milioni, perché alla base della Super Lega Europea che sta scuotendo il nostro calcio c’è soprattutto l’economia, il tentativo dei top club europei di rispondere ad “un nuovo modello di calcio”: lo definisce così Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 ore che a GianlucaDiMarzio.com racconta ed analizza opportunità e rischi di quello che, per il calcio europeo, avrebbe l’impatto di un terremoto: “Non è più soltanto uno sport, stiamo parlando di una parte importante dell’industria dell’entertainment che come tale deve essere venduto al meglio. Per questo i grandi club europei (e non solo inglesi, basti pensare che a riproporre questo tema sono stati Agnelli e Rummenigge negli ultimi mesi) stanno pensando ad una Super Lega, per offrire un “prodotto calcio” diverso con la convinzione che adesso non sia venduto (o vendibile) in maniera adeguata”. Questioni di rapporto fascino-introiti, per questo il confronto che viene subito in mente è quello con le leghe americane: “Incassano almeno il doppio della Champions League, eppure il fascino e l’interesse del calcio (e della sua competizione più importante) sono incredibilmente superiori. Si parla di 1,5 miliardi di euro per la Champions e di almeno tre per NBA, NFL, etc”.
Fascino e nostalgia, però. Perché guardando al presente si fatica ad immaginare un mercoledì sera senza sfide stellari in Champions, un giovedì spettacolare di Europa League, una qualificazione “meritocratica” alle competizioni europee. Se però ci chiediamo se uscire dalla UEFA sia la diretta conseguenza, scopriamo che “non deve essere per forza così. Si sta mettendo in moto un meccanismo tra i grandi club per cercare di migliorare questo prodotto”. Come? “O con la UEFA (e quindi queste manovre sono un tentativo per mettere pressione alla Confederazione europea per modificare il regolamento assicurando sempre un posto “di diritto” a quelle squadre che per blasone o investimenti hanno il diritto di essere ammesse) oppure uscendone, con la creazione di una nuova lega alternativa. Per la stessa UEFA - continua Bellinazzo - gli attuali criteri di ammissioni voluti da Platini per allargare il suo consenso e coinvolgere anche le Federazioni periferiche non rappresentano più un modello sostenibile, perché ad esempio club come Inter e Milan sono fuori dalla competizione per crisi societarie ed interne che le hanno colpite o realtà come le grandi squadre inglesi che, per meccanismi interni di ripartizione dei grandi introiti, soffrono la forte competizione nel loro campionato. I casi inglesi sono destinati a ripetersi ed annate sbagliate condannano troppo alcune squadre che investono tantissimo nel mondo del calcio”. E se la UEFA non dovesse accettare una riforma dei criteri, togliendo ad esempio 5/6 posti alle Federazioni minori distribuendoli tra Serie A, Bundesliga, Premier e Liga? “Allora sarebbe uno scontro duro con la creazione di una nuova lega alternativa alla Champions o addirittura ai campionati nazionali, con dentro 15 squadre al top ed altri posti ad invito per premiare di volta in volta altri club”. Il motivo? Easy: “Triplicare gli incassi”. Questione di money, di marketing, di “prodotto calcio”. Piaccia o no, è un mondo che sta cercando di decidere quanto ricco debba essere il proprio futuro. Per prepararci, anche, ad una domenica con Liverpool-Juve.