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Data: 08/02/2017 -

Sullo sfondo l'ospedale, nel cuore Rino Gaetano e la speranza: Crotone-Juventus e un pomeriggio che fa la storia

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"Ma il cielo (nonostante tutto) è sempre più blu".Le note di Rino Gaetano, questa sera, risuonavano più forti nel cuore della Calabria. Chiedetelo ai 16mila dello "Scida", attori della storica notte che ha visto il Crotone ospitare la Juventus: una prima volta in serie A, e non potrebbe essere altrimenti visto che i pitagorici prima dell'agosto 2016 non avevano mai conosciuto la massima serie. Dignità, orgoglio e voglia di impresa: tutto in una notte, dall'importanza capitale. Non solo per la classifica, per tenere accesa quella fiammella di speranza chiamata "salvezza", ma anche per la storia. Quella di un club e di una città, che per un pomeriggio è diventata l'ombelico del mondo calcistico italiano. Stendardi rossoblù e bianconeri si sono confusi dalle prime ore del mattino in questo centro di 60mila abitanti, un tempo tra i più importanti della Magna Grecia. Come 11 anni fa, quando la Juventus post-Calciopoli conosceva per la prima e unica volta la serie B: attesa da finale di Champions League, 0-3 e centri di Bojinov (2) e Boumsong. Altri nomi, altri tempi.

"Davide contro Golia" pensavano in tanti alla vigilia. Prologo giustificato: da un lato un gruppo con meno di 200 presenze in A, collezionate in gran parte nell'annata in corso, dall'altro Coppe e campionati vinti, capitanate da un campione del mondo. Traiettorie opposte, una levatura popolare contro la visione intercontinentale del dio Eupalla. Che però piace perché sa sconvolgere le attese, o almeno minarne le certezze. Che per i pentacampioni d'Italia uscenti non sarà una passeggiata lo si capisce dall'accesso in tribuna: le strutture mobili con le quali in estate da queste parti hanno ampliato i posti a disposizione sono efficace metafora delle organizzate inferriate che difenderanno Cordaz. Così, per 30 minuti la banda di Davide Nicola, con linee strette e un 4-4-2 compatto, è riuscita a imbrigliare gli uomini di Allegri, pericolosi solo dalla distanza, costringendo l'allenatore bianconero a dirottare Dybala sulla destra e avvicinare le bocche da fuoco di Higuain e Mandzukic. Per un finale di primo tempo con Cordaz (su Pjaca) e Ferrari (salvataggio su Dybala a pochi centimetri dalla linea) protagonisti. Il fortino rossoblù ha retto: il Crotone ha superato il centrocampo dopo 5 minuti e ha calciato in porta per la prima volta al 42' (Capezzi dai 25 metri, palla a lato). 43': Stoian costringe Higuain e Mandzukic a rincorrerlo come un boato, fino ad atterrarlo. Allo "Scida" si avverte un boato, di quelli che solitamente celebrano una rete.

E chissà cosa avranno pensato nell'ospedale civile "San Giovanni di Dio", le cui mura si impongono alle spalle della gradinata dello "Scida". Nonostante le voci che volevano divieti di accesso ai "piani alti", quelli che si affacciano sul rettangolo verde, più di uno è riuscito a godersi un pezzo di storia calcistica su questo angolo di Jonio da una visuale privilegiata. Ecco perchè i 15.354 presenti annunciati dal solerte ufficio stampa del club di casa raccontano solo una parte di Crotone-Juventus: più di qualcuno ha cercato addirittura di farsi ricoverare pur di conquistare un posto tra gli spettatori d'eccezione. Così, un piccolo grande schiaffo nell'occhio per l'architettura cittadina, spesso associato alla sofferenza, è diventato l'El Dorado di un giorno. Come le luci accese in ogni piano e le decine di ombre che si scorgono, in corrispondenza dei corridoi, affermano con prepotenza. Gli ospiti in tettoia sono già cresciuti quando al 60' Mandzukic sblocca i giochi, approfittando di una corta respinta di Cordaz su colpo di testa di Asamoah. Rete figlia di una pressione alimentata da Dybala in versione playmaker e terzini disposti da ali vecchio stampo. L'entusiasmo sugli spalti? Un crescendo rossiniano, con i tifosi di casa mai domi. "Chi siamo noi? Squali". Un concetto chiaro, un monito d'appartenenza. Perchè comunque finirà, sarà stato un pomeriggio da incorniciare. Anche se Higuain realizza lo 0-2 su assist di Pjanic e lo stesso Pjanic scuote il palo alla sinistra di Cordaz. Conta poco, perchè certe partite sono un manifesto, a prescindere dal risultato: "Ci siamo, e lotteremo fino alla fine". E' il messaggio contenuto negli applausi che Falcinelli e compagni raccolgono a fine partita, uscendo a testa alta. Promemoria valido per tutti, virtualmente affisso sulle mura di cinta di questo stadio vecchio ma affascinante: ah, domenica alle 12.30 arriva la Roma: dopo l'aperitivo, a Crotone si preparano a gustare un pranzo di lusso. Disposti a pagare il conto, ma solo dopo aver lottato. Come in uno storico pomeriggio di febbraio al cospetto di una Vecchia Signora.



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