Allena a Cagliari e gioca per l'Inter. David Suazo continua a dividersi tra i due club che hanno segnato maggiormente la sua carriera calcistica. Ovviamente il bomber honduregno ha il cuore rossoblù. Fu il Cagliari a portarlo in Italia, a crescerlo per 8 stagioni, a farlo diventare campione e sempre i sardi gli hanno dato una nuova opportunità, in panchina. Nel match di San Siro la "pantera nera" tiferà per i ragazzi di Rastelli, e pazienza se questo comporterà l'esclusione dalla formazione delle leggende nerazzurre:
"Zanetti mi perdonerà o magari mi manderà in panchina in tutte le prossime gare, ma il mio cuore batterà per gli Cagliari" - si legge nelle pagine del Corriere dello Sport - "Sono cresciuto qui e mi sono tolto parecchie soddisfazioni come la cavalcata verso la Serie A. Sarò a Milano, ma non a San Siro perché il match inizierà alla stessa ora di quello della mia squadra contro il Milan. Peccato, mi sarebbe piaciuto rivedere Zantetti, Toldo e tanti altri amici. Il Cagliari ha tutto per mettere in difficoltà l’Inter. Si troverà di fronte una grande avversaria e in trasferta finora i risultati non sono stati eccezionali, ma Rastelli è bravo e meritava di avere qualche punto in più in classifica. Borriello leader? Sta lavorando davvero bene e dopo la scorsa stagione un po’ così tra Carpi e Atalanta, è partito alla grande. E’ uno dei leader del gruppo".
"Vincere il campionato 2007-08 nell’anno del centenario è stato fantastico. Un rammarico? Non ero a Madrid ad alzare la coppa perché me n’ero andato a gennaio, al Genoa, ma una presenza in quella Champions l’ho fatta. de Boer? E’ bravo ed è giusto che gli venga dato tempo per plasmare la squadra che ha in mente e per trovare continuità. Juventus? Dopo la campagna acquisti che ha fatto, è la favorita per il tricolore. Alle sue spalle dico Napoli, Inter e Roma". In chiusura d'intervista Suazo indica qual è la sua filosofia di gioco: "Mi piace il 4-3-1-2 e il calcio offensivo. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di avere grandi tecnici tra i quali Ventura, Mancini e Mourinho. A ognuno ho rubato qualcosa e adesso che ho qualche capello bianco in più, cerco di insegnarlo ai miei ragazzi".