Studiava i suoi metodi di lavoro, di allenamento e di gestione delle situazioni più difficili. Questa sera l’ha eliminato dalla Champions League agli ottavi di finale. Vincenzo Montella ha spazzato via José Mourinho e il suo Manchester United da una competizione che - a inizio anno - voleva conquistare alla guida del Milan, nella prossima stagione. Merito di uno straordinario Ben Yedder, uno che - si diceva in Spagna - sembrava dover lasciare Siviglia per trovare più spazio proprio dopo l’arrivo dell’allenatore italiano.
Il francese invece è rimasto, anche stasera non è partito titolare ma ha dato una grossa mano a Montella a centrare un traguardo per lui storico. Nella sua carriera da allenatore, erano soltanto due le serate di Champions vissute fino a stasera, la prima con la Roma nel 2011. Poi 35 in Europa League divise tra Firenze e Milano. L’andata finita 0-0 a Siviglia che per molti e per le quote, soprattutto, condannava la sua squadra. “Montella è bravo”, parola dello Special One. Bravo sì, tanto da eliminare i campioni dell’Europa League in carica, dare una lezione a uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio mondiale in casa sua e prendersi una rivincita personale non indifferente.
Chiusa la parentesi al Milan subito la possibilità di rifarsi; lontano dall’Italia e dalla Serie A, una nuova esperienza in Europa, la prima. L’inizio non è stato semplice mentre a Milano alcuni non riuscivano a nascondere le differenze incontrate con Gattuso. “Tutta un’altra storia rispetto alla precedente gestione” si diceva. Intanto a Siviglia Montella costruiva il suo regno. Con la serenità che non ha mai perso e che sempre mostra anche dopo una sconfitta. Con la compostezza e l’eleganza che aveva anche in campo.
Pochi mesi per fare la storia, per la prima volta la società spagnola raggiunge i quarti della moderna Champions League. A guidarla un italiano che la “rivoluzione” l’ha fatta lontano dal suo paese, studiando i grandi e anche quel Mourinho che oggi non ha potuto superarlo. Lo aveva detto, Vincenzo: “I dettagli faranno la differenza”. Lo aveva detto anche il portoghese: “Montella è italiano e gli allenatori italiani sanno come organizzare la squadra a livello difensivo”. Così è stato.
Dopo tanti elogi pubblici Montella ha superato il maestro. I due non si erano mai affrontati in panchina prima della sfida della Sanchez Pizjuan, tre settimane fa. Nemmeno quando l’ex attaccante era ancora calciatore visto che nella stagione 2008/2009 non giocò nemmeno un minuto contro l’Inter che avrebbe poi vinto il triplete l’anno successivo.
La prima volta doveva essere speciale e lo è stata. Nella serata in cui due italiane tornano ai quarti dopo 12 anni, c’è un terzo italiano che si prende la scena. Che può gioire dopo un’impresa in Inghilterra che lo fa entrare insieme ai suoi ragazzi di diritto tra le otto squadre migliori d’Europa. La prima volta nel doppio confronto con Mourinho, la seconda in assoluto; quando fallì, sette anni fa, la sua Roma venne eliminata dal lo Shakhtar Donetsk. Ma guarda, il calcio.