Ognuno è libero di scrivere la sua storia, di distruggerla o di trasformarla. Giuseppe Leo, nato in Germania ma dal sorriso tutto italiano, a suon di colpi di testa e scivolate sta costruendo la propria. Esattamente con lo stesso spirito di quattordici anni fa, quando metteva per la prima volta piede nel centro sportivo del Bayern Monaco. Oggi ha 21 anni e da qualche mese la ricerca di nuovi stimoli lo ha portato poco lontano, a Ingolstadt. Nuovo ambiente, stesse prestazioni: centrale difensivo inamovibile della U23 del club bavarese e allenamenti fissi con la prima squadra, in attesa di una chiamata per la Bundesliga.
La storia di Giuseppe Leo già ve l'avevamo raccontata, quella di un gigante di 192cm innamorato della sua terra, l'Italia. Quando può scappa a Jesolo, vicino Venezia, a riabbracciare i parenti. Nel resto del suo tempo lavora per coltivare un sogno degno di un classe 1995 di belle speranze. La sua testa dice Bundesliga (contatti in corso per il rinnovo di contratto con l'Ingolstadt, che scade a fine stagione), il suo cuore batte per la Serie A. Un'avventura in Italia è quel che gli manca per fare il grande salto, dopo una vita passata a lottare nelle giovanili tedesche. Voglia di pressioni positive, insomma.
Il profilo, quello sì, può affascinare molti: fisico statuario, forte nell'uno-contro-uno e dotato di buona velocità. Dopo così tanti anni spesi al Bayern (di cui è stato anche capitano), certi meccanismi sono automatici. E il curriculum, beh, parla chiaro. Sempre titolare anche in questa sua nuova avventura, l'allenatore dell'Ingolstadt II non può farne a meno e la squadra è ben piazzata in Regionalliga Bayern. Quella di Hasenhüttl, invece, è pronta a salvarsi matematicamente in Bundesliga; e chissà se nelle ultime giornate una possibilità arriverà anche per Giuseppe, che già frequenta ogni giorno il mondo dei 'grandi'. Forza, testa, cuore: Leo, il piccolo, grande tedesco che sogna il calcio italiano.