"Quella volta che fermai la Juve..."
“Non mi pento dei problemi che mi sono creato, perché mi hanno portato fin dove desideravo arrivare”, scriveva Paulo Coelho in Manuale del guerriero della luce. Un libro che Vecchi era solito regalare ai suoi ragazzi per Natale e che ha fatto suo. Lui che da giocatore sembrava Oriali, anche se non è mai andato oltre la Serie C. Una volta, però, in Coppa Italia fermò la Juventus. Era il 1997 e giocava nel Brescello: “Pareggiammo 1-1 a Reggio Emilia. Fece gol Franzini, pareggiò Conte. Lippi a fine partita era furibondo. Lo eravamo anche noi, perché vincevamo e giocavamo in 11 contro 10, ma alla fine prendemmo gol. Il divario tecnico era enorme, noi abbiamo dato il 120% e loro il 50. Nel ritorno, in un Delle Alpi deserto, perdemmo 4-0”.
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Delle volte, quando passeggia per il centro di Bolzano, ci ripensa. La mente torna anche al campionato Primavera vinto da ragazzo con l’Inter di Giampiero Marini, agli esercizi di tecnica con Trapattoni: “Si fermava per mezz’ora dopo ogni allenamento. Io ero scarso, doveva avere pazienza”, al ritorno ad Appiano Gentile da allenatore 25 anni dopo, al “benvenuto” di Icardi al suo primo giorno da tecnico della prima squadra e alle chiacchierate in palestra con Spalletti: “Avevamo un bel rapporto, discutevamo sulla cyclette o a pranzo”. Vecchi, il Re Mida di Bolzano che vuole trasformare in oro anche il Sudtirol.