“L’essenziale è invisibile agli occhi, non si vede che col cuore”. Ecco, se il Piccolo Principe avesse conosciuto Stefano Borgonovo, forse la sua citazione più famosa non sarebbe questa. Non sarebbe così. Perché Ste vedeva col cuore e parlava con gli occhi, anche prima che la Stronza lo costringesse a trasmettere emozioni, parole, sentimenti digitando con lo sguardo su una tastiera elettronica. Borgonovo che con gli occhi ha sempre trasmesso tutto, gli occhi di un attaccante nato. E se nasci attaccante, non smetterai mai di esserlo. Attaccante in tutto e per tutto. In amore, dove a 15 anni si è innamorato della sua Chantal senza più lasciarla, nonostante fascino e bellezza da centravanti potessero portargli tentazioni pericolose. Attaccante in campo, ovviamente. Dove i due amori più grandi sono stati il Milan e la Fiorentina. Attaccante anche nella vita: spiritoso, simpatico, energico. Di quella positività che ti avvolge e ti travolge. Anche quando la malattia ha deciso che se lo sarebbe portato via prima del momento giusto, anche se un momento giusto per andarsene non c’è mai.
Ha lottato, combattuto. Anche più di chi gli stava vicino. Ha lasciato la voglia di lottare, di non arrendersi mai. Ma soprattutto di sorridere. Rideva di se stesso, della sua malattia. Rideva della vita. Rideva di tutto, e faceva star bene. Stava bene lui, anche quando i difensori lo avevano lasciato da marcare ad un macchinario. Anche quando il campo si era rinchiuso nella sua stanza a Giussano. Il motto quello di sempre: “sono convinto di poter segnare tre gol contro qualsiasi avversario, di ribaltare ogni risultato”.
Così ha affrontato la Stronza, così ha sperato di batterla. Ha spezzato la sua vita ma mai il suo carattere. Ha provato invano a sconfiggere il suo sorriso, ha strappato a poco a poco i suoi muscoli. E ha pensato di aver vinto, ma alla fine ha perso comunque, perché un attaccante nato non può morire. Mai. La Stronza non lo ha sconfitto, perché può aver bruciato energie e muscoli, ma il sorriso che lo ha contraddistinto più dei gol… quello no, non lo puoi cancellare. Di Stefano resta tutto questo: la voglia di combattere, la positività, il sorriso. Ironico ed autoironico. Lo spirito di un attaccante in campo e nella vita.
Restano gli insegnamenti di uno che “distrutto” dalla SLA sapeva dire che stava bene e per cui il problema era “non saper che fare”. Ci sta, per uno che nella vita ha saputo divertirsi davvero. Gli insegnamenti di Stefano Borgonovo sono soprattutto per i giovani, i suoi giovani. Quelli che amava, che voleva crescere ed istruire. Che vedeva diventare grandi sui campi della sua Vis Nova. E poi di Ste rimangono piazze e vie che gli sono state intitolate, tutte vicine a luoghi di sport. E poi i campi della Fondazione Cruijff, le iniziative in tutto il mondo, il sostegno della FIFA alla Fondazione e alla ricerca contro la SLA. L’avversario più difficile che ha affrontato, ma l’ennesimo che non è riuscito a strappargli il sorriso. Auguri Ste, 55 anni da attaccante. E siamo sicuri che, da lassù, stai rispondendo agli auguri di tutti. Con gli occhi, e con il cuore. Perché l’essenziale è invisibile a quasi tutti, non a te. E grazie di avercelo insegnato.