Cinque anni in Italia, prima al Novara, poi Udinese e infine Sampdoria. E’ tornato in patria dopo le stagioni in Serie A Bruno Fernandes che mercoledì affronterà la Juventus in Champions League con il suo Sporting Lisbona. L’ex centrocampista della Sampdoria, si è raccontato in un’intervista ai microfoni di TuttoSport: “Ora sono cresciuto tanto, poi l’allenatore è bravo, la squadra idem. Diventa tutto più semplice. Allo Sporting ho trovato la fiducia e sono a casa”. Jorge Jesus è un allenatore un po’ “italiano” per l’importanza che dà all’aspetto tattico delle sue squadre: “Sì, è molto severo in questo senso. Ci ha trasmesso l’idea che essere ben posizionati in campo significa essere ad un passo dalla vittoria. Ci chiede tanto, ma ci aiuta a migliora re. E poi ha fame: ha già vinto parecchio, ora vuole farlo allo Sporting”.
In Italia nessuna big ha deciso di puntare su Fernandes: “Mah, le squadre fanno le scelte in base a ciò di cui hanno bisogno, in base a quello che chiede l’allenatore. Poi io ho avuto la possibilità di venire allo Sporting e l’ho subito colta: il club ha bisogno di ricominciare a vincere, io di iniziare a farlo per compiere il salto di qualità. C’è chi dice che le sconfitte insegnano molto; ma anche imparare a vincere non è male, no?”.
In passato sul portoghese c’era anche la Juve: “Sì, c’erano state delle voci. Quando ero all’Udinese, forse. Ma non si è concretizzato nulla”. Lui sa cosa significa imporsi allo Juventus Stadium... “Sì, lo ricordo bene. Con l’Udinese ci siamo riusciti interrompendo una serie di quasi tre anni di imbattibilità (era il 23 agosto 2015, 1-0 dei friulani dopo 47 partite in cui nessuno s’era imposto a Torino, ndr): iniziavamo il campionato e siamo andati lì a fare l’impresa con una partita di sacrificio. Però era un gruppo completamente diverso da quello che c’è allo Sporting: qui le ambizioni sono altre, vogliamo passare il turno. Dunque sarà un gioco diverso. Andremo allo Stadium per un bel faccia a faccia, senza chiuderci dietro. Consigli per i miei compagni? Gli direi che allo Stadium bisogna avere grinta, ciò che più di tutto hanno dimostrato di avere i giocatori della Juve ne gli ultimi anni: è questo che ha fatto la differenza, prima con Conte e poi con Allegri. E gli direi di non farsi condizionare dalla partita con la Lazio: la Juve resta la Juve”.
I giocatori della Juventus con cui vorrebbe giocare: “Sono tutti grandi campioni: dall’attacco alla difesa. Nei prossimi anni sarà difficile trovarne di uguali, ma credo che per questioni di posizione potrei dire Pjanic, uno dei centrocampisti più forti d’Italia. Poi c’è Dybala che, se in partita, fa la differenza da solo. Ma anche Higuain, Chiellini... E non dimentichiamo Buffon, che ha fatto la storia dell’Italia”.
Segnare a Buffon sarebbe speciale: “Sicuramente segnare al portiere più forte degli ultimi decenni fa effetto. Però, per me che ci sia Buffon o Szczesny, basta buttarla dentro... Fermo restando che, visto il ruolo in cui gioco, pure gli assist sono importanti”.
Pjanic e Dybala: due che Fernandes potrebbe sfidare nelle punizioni, ma chi è il più forte? “In questo momento Pjanic è quello che tira meglio”.
Bruno però non si ispira a nessun calciatore in particolare: “Cerco di guardare tutti e poi di trovare il mio “colpo” provando e riprovando. Se proprio devo dirne uno, cito Pirlo: mai visto nessuno, io che sono del 1994, con la sua classe in Italia. Lui per me è sempre stato un punto di riferimento, e non solo nelle punizioni”. A proposito di fenomeni, ce n’è uno con cui ha iniziato a giocare in Nazionale: Ronaldo: “E’ un campione vero, il giocatore perfetto. Fin dall’inizio abbiamo parlato del campionato portoghese visto che lui è stato qui allo Sporting. Mi ha detto che stavo facendo bene e che dovevo continuare così”. Se mi farebbe i complimenti dopo un gol alla Juve? (ride ndr) Sissì, ci sta ...”