"Se un giorno diventassi primo allenatore mi piacerebbe allenare il Cagliari". Cuore diviso a metà per Roberto Muzzi: una vita nella Roma, ma anche 5 anni indimenticabili in Sardegna. Il brivido della panchina giallorossa l'ha già provato: nel 2013 diventò vice di Aurelio Andreazzoli, giusto un assaggio. Troppo presto, il percorso non era ancora completato. Nella fredda Praga Muzzi prova a compiere l'ultimo passo, sotto la guida dell'amico Andrea Stramaccioni, di cui è vice da due anni. "Sto facendo molta esperienza e devo tutto ad Andrea" - dichiara l'ex Roma e Cagliari abi microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Mi sta dando tante grandi opportunità: posso approfittare dell'intervista per ringraziarlo pubblicamente?". Prego, prego...
Dicevamo dei 5 anni a Cagliari, Muzzi segue ancora i rossoblù? "Certamente sì, non mi perdo una partita. Mi è dispiaciuto per l'esonero di Rastelli, il suo biennio è stato ottimo. Quest'anno ha pagato un blackout per certi versi inspiegabile, ma è sicuramente un allenatore bravo e preparato. La società ha deciso di cambiare, è nel suo diritto...". Il club rossoblù ha scelto il "Jefe" Lopez, un ex compagno di Muzzi: "Non posso ancora esprimermi sul lavoro di Lopez, è troppo presto: ci vorranno ancora due o tre partite per vedere la sua idea di gioco. Ma conosco Diego e so quanto ci tiene. Nella precedente esperienza con il Cagliari si dimostrò all'altezza, per il bene che voglio ai rossoblù spero che possa fare anche meglio".
Il match con il Verona è già fondamentale? "Penso di sì, anche perché non c'è molto tempo. Ho visto la partita con il Benevento, i rossoblù hanno avuto molte difficoltà a costruire gioco. Ho sperato fino all'ultimo nella vittoria del Cagliari e per fortuna è arrivata: senza il gol di Pavoletti sarebbe stata dura guardare la classifica. Con il Torino, invece, dopo il vantaggio i rossoblù si sono spenti. Ecco, questo è un aspetto sul quale Diego dovrà lavorare parecchio. Adesso con il Verona conta solo un risultato".
La Roma, invece, sta dando spettacolo... "Bella da vedere, in crescita, con un allenatore che sta imponendo le sue idee senza isterismi. Ho visto una grande squadra con il Chelsea, sia all'andata che al ritorno, e in campionato, con la gara da recuperare con la Sampdoria, è lì. Il lavoro paga e alla fine le scelte della società, che in un primo momento sono state criticate, si stanno rivelando vincenti. El Shaarawy e Perotti sono in un momento di forma straordinario, Dzeko si sta confermando ai livelli della passata stagione. Poi i giallorossi hanno il miglior centrocampo della serie A: nessun obiettivo è precluso".
Sparta Praga quinto, a quattro punti dal secondo posto che varrebbe l'accesso ai preliminari di Champions. Come è stato l'impatto con la realtà ceca? "Sapevamo che non sarebbe stato facile, è un campionato di buon livello e c'erano delle differenze di lingua e ambientali da superare che hanno un peso. Ma l'esperienza era affascinante, lo Sparta Praga è un club importantissimo, con una storia gloriosa alle spalle. Siamo dovuti ripartire da zero, abbiamo fatto tantissimi acquisti, ben 14. Adesso stiamo oliando i meccanismi, i risultati iniziano a vedersi e speriamo di migliorare la posizione in classifica nei prossimi mesi".
A Muzzi manca l'ultimo passo, diventare primo allenatore. E se potesse scegliere lui la squadra da guidare... "Non ci penso troppo, per ora sono felice come secondo di Stramaccioni, un amico: mi sta dando tanto. Non so cosa mi riserverà il futuro e se per caso sarò così bravo da diventare primo allenatore un giorno mi piacerebbe guidare il mio Cagliari". Lopez per il momento può stare tranquillo, "boom boom gol" non ha fretta...