Spalletti: "Mi hanno chiamato qui per seguire dei princìpi e vincere"
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Data: 19/04/2016 -

Spalletti: "Mi hanno chiamato qui per seguire dei princìpi e vincere"

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Due pareggi nelle ultime due uscite in campionato, per la Roma un unico obiettivo nel turno infrasettimanale contro il Torino, riconquistare una vittoria che regalerebbe serenità dopo un periodo movimentato. A tenere banco in casa giallorossa non solo la corsa al terzo posto, con l'Inter che insegue a sole quattro lunghezze, ma soprattutto la polemica che dopo il match contro l'Atalanta ha visto protagonisti Francesco Totti e Luciano Spalletti. Proprio di questi argomenti ha parlato oggi l'allenatore della Roma intervenendo in conferenza stampa: "Due pareggi consecutivi? A volte può succedere che ci siano momenti in cui le cose non girano per il verso giusto. Contro il Bologna abbiamo avuto tantissime occasioni senza riuscire a segnare, mentre contro l'Atalanta dovevamo stare più attenti. La squadra ha comunque fatto buone cose, ma mi aspettavo un po più di esperienza dopo il 2-0, si doveva gestire meglio la partita. Di sicuro non ci porteremo dietro scorie, ma contro il Torino, se non stiamo attenti, rischiamo di trovare le stesse problematiche".

Poi, inevitabilmente, ampio spazio alla querelle Spalletti-Totti: "Quello che è successo non è un motivo di distrazione - ha detto l'allenatore -, dal nostro punto di vista è tutto a posto, noi già da quando ci siamo incontrati ieri abbiamo parlato di tutto quello che è venuto fuori. È chiaro che io debba intervenire su quelle che sono le regole e sulla moderazione da utilizzare per dare messaggi forti alla squadra. Non è corretto dire che la Roma è stata salvata da Totti o che senza Keita non si vince, ci sono tanti giocatori che contribuiscono. Nel gol di Totti contro l'Atalanta, ad esempio, c'è lo zampino di Dzeko, El Shaarawy, Perotti e Florenzi. Poi certamente c'è un gran gol, ma perché togliere meriti a Perotti? Non è corretto, questo è distogliere l'attenzione da quello che è realmente successo ed io questo non lo accetto, sono molto attento a queste cose". "Tento di trovare altri quattro o cinque Totti perché mi servono per avere una squadra sempre più forte - continua Spalletti -, ma io sono qui per un obiettivo. Mi hanno chiamato per rispettare delle regole, per seguire dei princìpi e per cercare di vincere le partite. Da quello che leggo sembra che si sia sbandati completamente, invece secondo me abbiamo sempre il volante della macchina ben saldo in mano. Dzeko? Non mi piace che qualcuno lo metta sempre in contrapposizione a Totti. È stato scritto 'Totti salva la Roma', ma è diverso da 'Totti è la Roma'. Se magari in quel 'salva' venissero compresi quei tre contrasti che hanno portato al gol, a quel punto andrebbe tutto bene". "Totti non è più quello di una volta, è un po cambiato, anche la gestione della partita per lui è differente - conclude l'allenatore della Roma - Per trovare altri giocatori forti come lui devo moderare i messaggi che vengono lanciati alla squadra. Si scrive sempre di lui, ma quando vengono paragonate la sua forza e la sua classe al momento che sta vivendo Dzeko, mi dispiace ma io intervengo. Devo guardare quello che viene detto e che succede dentro gli spogliatoi, devo fare rispettare delle regole e se si seguono obiettivi sbagliati devo intervenire e far capire quale strada seguire. Ripeto, nell'azione del gol perché non citare la giocata di Perotti? Noi di Perotti abbiamo bisogno, è un giocatore forte. Totti l'ho fatto giocare poco, ma l'ho messo in campo quando ne avevo bisogno, vuol dire che lo tengo in considerazione e che tengo in considerazione la sua classe. Se lo avessi fatto giocare quando non pensavo fosse opportuno sarebbe stato più brutto. Io sono dell'idea che c'è un capitano e che c'è una squadra, io sono l'allenatore e guardo agli interessi della squadra, quando faccio la formazione non guardo in faccia nessuno, ho solo un obiettivo, la vittoria della Roma. Hanno un valore anche gli altri calciatori e per me questo è importante, mi spiace se Francesco la interpreta male ma questo è un problema suo. Io dico cose sane e giuste, scelgo le formazioni per vincere. Mi dispiace per Totti, perché vedo che vuole giocare e si allena bene, ma finché ci sono io si fa così, perché bisogna seguire regole, principi e scelte per vincere. Quando ho bisogno di Francesco lo faccio giocare. E se ribalta la situazione sono contento".


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