Spal e Benevento in serie A, una storia lunga 49 e 88 anni. Autori dell'impresa? Due vicini di casa: Leonardo Semplici e Marco Baroni. "Io e Marco, benché con qualche anno di differenza all'anagrafe siamo cresciuti nella stessa via, Via 2 Giugno" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Da bambini giocavamo nello stesso parchetto, in quello che avevamo soprannominato "il campino". I nostri genitori vivono ancora lì, a distanza di una cinquantina di metri. Capita, a volte, che il lunedì mattina ci ritroviamo entrambi lì, dove è cominciato tutto. Oggi è un po' diverso rispetto ad allora, c'è anche una pizzeria".
Inizio di carriera con Baroni nella Rondinella: "Sì, Marco era a fine carriera ma insieme abbiamo vinto un campionato, nella stagione 1998/99. L'allenatore era Paolo Indiani. Marco, quando ero ragazzino, era il simbolo di Tavarnuzze in giro per l'Italia e tutti noi sognavamo con lui". Primi passi da allenatore: "A San Gimignano, quasi mi obbligarono a sedere in panchina. Fu Gabriele Verraccini, allora presidente, a convincermi. Ed ho vinto il mio primo campionato d'eccellenza. Brunero Poggesi, del Figline, mi chiamò per complimentarsi ed io, a mo' di battuta, gli dissi: Se hai bisogno di un allenatore vincente, chiamami! Un'ora dopo suonò il telefono".
In Toscana tanti allenatori: "In Toscana ce ne sono tanti di tecnici importanti, da Allegri a Mazzarri, da Sarri che col Napoli ha il gioco più bello a Fattori che ha vinto lo scudetto con le donne viola. E poi ci siamo io e Marco. Noi toscani non ci accontentiamo mai, siamo innovativi per definizione e ci mettiamo sempre in discussione. Credo sia il mix giusto per costruire buone basi". Vigilia della prima stagione in serie A: "Non sarà facile, ma la mia Spal è squadra che fa giocare i giovani, è un po' il nostro punto di forza. Stadio più emozionante? Sarà il Franchi di Firenze. Ho allenato la Primavera e alla Fiorentina devo molto della mia crescita".