Il sogno serie A della Spal è nelle mani di Alex Meret. Già, il portierino scuola Udinese sta facendo un campionato di B strepitoso e se gli emiliani lottano per la promozione gran parte dei meriti vanno alle parate di Alex. Meret, che in molti danno in un top team la prossima stagione, si è raccontato nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
"Mai fatto altri ruoli" - racconta Alex - "A casa mi tuffavo per bloccare la palla di spugna. Mio zio Mauro faceva il portiere a livello amatoriale, forse c’entra lui. Il mio idolo era Buffon. La prima maglietta che mi hanno regalato era sua. I primi guanti, di Gigi. In famiglia si tifa per la Juve. Poi quando io sono andato all’Udinese il bianconero è rimasto di moda. Di Buffon mi piace la personalità. E poi Gigi era il più forte al mondo. Ed è ancora tra i migliori con Neuer, Courtois e De Gea. Per caratteristiche somiglio ad Handanovic: attacca molto la palla, è coraggioso in uscita. I complimenti di Handa e Zoff fanno piacere perché sono parole dette da persone molto importanti che hanno fatto la storia o la stanno facendo. Vanno prese nel modo giusto, senza montarsi la testa. Il segreto è l’equilibrio. Non mi esalto e non mi demoralizzo. Anche fuori dal campo sono tranquillo, di poche parole. Un vero friulano".
Errori? Meglio non pensarci durante le gare: "Sì, perché sarei condizionato. Ma io sono molto critico con me stesso e dopo la gara ripenso a quello che ho sbagliato. Se commetto un errore grave ci sto male ma poi finisce lì. Il nostro è un ruolo diverso. Mi aiuta il carattere. A palla lontana parlo coi difensori. La tensione non va mai abbassata. Stage? Bellissima esperienza: due settimane con grandi campioni. E ho conosciuto Buffon". Corsa promozione, la Spal è a un passo dal primo posto: "Ce la giocheremo con tutti. Non dobbiamo mollare adesso. A Ferrara mi sono trovato subito bene, l’ambiente è ottimo". Napoli, Roma, Liverpool, Juventus... la fila di pretendenti è lunga. Meret ha però le idee chiare: "Meglio giocare. Allenarsi con i campioni è utile e bello, ma la partita conta di più. Senza continuità perdi ritmo e distanze".
Dualismo con Donnarumma: "Sono pronto, soprattutto se il dualismo ci portasse ai massimi livelli per tanto tempo. Lui ha già dimostrato di essere grande in A, io devo ancora farlo. Di solito le rivalità sono utili perché ognuno spinge l’altro a essere migliore. Tra l’altro è un bravissimo ragazzo: abbiamo diviso la camera in un ritiro dell’Under 21 e ci siamo conosciuti. Pronto per la serie A? Penso di sì. La B mi serve tantissimo per crescere e avvicinarmi al calcio che conta".