Una carriera vissuta quasi interamente tra Spagna e Italia, dieci anni di gol ed esultanze divisi tra Barcellona, Inter, Real Madrid e anche Milan. La sfida di questa sera tra gli azzurri e le Furie Rosse non può che avere come spettatore di eccezione Ronaldo da Lima, in arte il Fenomeno, anche se ancora non è sicuro che si accomodi in tribuna al Bernabeu.
"Il sorteggio è stato cattivo: non è giusto che siano sicure di qualificarsi squadre più deboli e una di queste due debba giocarsi il Mondiale con un playoff. Magari rischiando di non andarci" commenta l'ex attaccante brasiliano alla Gazzetta dello Sport. "Favorita? Dico Spagna, ma di poco. Perché gioca a Madrid, ho letto che l’Italia non la batte a casa sua da quasi 70 anni: qualcosa vorrà dire. Perché da quando ha cancellato il suo “tabù Italia”, ha quasi sempre vinto le partite che contavano. E perché secondo logica può permettersi di non vincere: le può bastare il pareggio. Sempre che sia un vantaggio. L'Italia però è l’Italia, non è mai facile affrontarla. E’ sempre stato così: era così quando giocavo io, è sicuramente così pure ora. La difesa a tre fa male alla Spagna perchè, se fatta bene, chiude più linee di passaggio, e l’Italia la sa fare benissimo. Dipende soprattutto dagli uomini, ovviamente. E l’Italia oggi ha soprattutto una gran difesa e buoni attaccanti. Più che buoni".
Ronaldo passa poi ad analizzare i giocatori azzurri: "Partiamo dal portiere: un fenomeno, e se lo dico io... Ho sempre avuto una netta sensazione, quando affrontavo Buffon o comunque quando l’ho visto giocare: è uno che dà alla sua squadra una straordinaria sicurezza. Col passare degli anni è quasi migliorato, possiamo anche togliere il quasi. Ma anche perché ha carisma, sa parlare con uno sguardo, trascina. E poi in campo sorride quasi sempre: fondamentale. La difesa è un reparto, e conta anche il fatto di giocare insieme da anni. L'attacco? Domenica mi ha chiamato un amico dall'Italia: “Guardati il gol di Belotti”. Pazzesco: uno che segna così non è solo bravo, vuol dire che è in grande fiducia. E all'Italia servirà proprio questo: la sfrontatezza di provare cose da impresa. Anche del gol di Insigne si è parlato tanto qui a Madrid. Negli ultimi mesi mi è capitato più di una volta di guardare il Napoli, mi piace troppo come gioca: ecco, direi che Insigne è cresciuto tanto, mi sembra un giocatore “diverso” da tutti gli altri, uno che può sorprendere".
Passando alla Spagna, poi, Ronaldo esprime il suo punto di vista: "Sulla carta la Spagna può mettere in difficoltà l'Italia a centrocampo. Ma il dato ancora più oggettivo è un altro: a parte Busquets, Iniesta, Thiago, ci sono Isco e Asensio, che poi è un centrocampista per modo di dire: due giocatori che in questo momento si fa fatica ad affrontare. Non danno punti di riferimento, e non intendo solo nella posizione: è che hanno talmente tanta qualità, tanta freschezza, tanta autostima che non sai studiare le contromisure per limitarli. Villa? Se Lopetegui lo userà, sarà perché possono servire anche l’esperienza, l’abitudine a giocare sfide così. E poi non mi sembra che finora, nelle qualificazioni, la Spagna abbia fatto pochi gol. E poi, ancora: dov'era un’altra punta vera, visto che Diego Costa è in Brasile? Aduriz e Torres non sono così giovani".
Infine una battuta sul Bernabeu, stadio che Ronaldo conosce bene: "è un impianto che emoziona, per chi ama il calcio: quelli che giocano, e quelli che li vanno a vedere. Più che paura può fare soggezione, ma poi passa: non si può aver paura di giocare per andare al Mondiale".