L’esplosione nella Sampdoria, l’esperienza non positiva a Napoli e la nuova avventura in Premier League. Tre reti in nove partite con il Southampton, squadra scelta per rilanciarsi e provare a raggiungere il Mondiale. Manolo Gabbiadini si racconta in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, tra l’obiettivo Russia 2018 e la sua nuova vita oltremanica. Sei gol nei primi due mesi d’Inghilterra, poi la frenata: “L’infortunio mi ha fermato sul più bello. Ero partito benissimo, mi sentivo in grandi condizioni e c’era l’entusiasmo della novità, ma quando sono guarito e rientrato, era cambiato qualcosa. Giocavamo in modo diverso. Più coperti, più allineati ed è diventato tutto più difficile. La stagione del Southampton è stata comunque importante: ottavo posto, finale di Coppa di Lega e eliminazione nella fase a gironi di Europa League per un nulla”.
Domenica Manolo ha timbrato due volte il cartellino contro il Newcastle: “Spero che mi consentano di essere più presente. Un calciatore si allena e dà il meglio di sé durante la settimana proprio con questo obiettivo: giocare la partita. Perché ho scelto Southampton? C’erano altre opzioni, anche estere, ma ho preferito venire qui perché volevo misurarmi con la Premier e questa era una chance importante. A Southampton si sta bene ed è comoda: in un’ora arrivi a Londra o all’aeroporto di Heathrow, dove ci sono tre voli giornalieri per Bologna. Quando ho deciso di lasciare Napoli, ho fatto anche queste considerazioni”.
I ricordi dell’esperienza in azzurro: “A Napoli ho trascorso un periodo importante della mia vita. Abitavo a Posillipo, in un posto fantastico. Mi sono creato un gruppo di amici, come il maestro dei presepi Marco Ferrigno. E’ stato un onore indossare la maglia del Napoli”. Ora la squadra di Sarri è in testa a punteggio pieno: “Il Napoli offre il miglior calcio della A. E’ guidato da un grande allenatore. Sarri e Benitez sono i migliori che ho avuto, ma ho un bel ricordo anche di Pioli e Mihajlovic”.
La sua vita italiana scorre però a Bologna: “Mi sono innamorato di questa città per tante ragioni. Ho vissuto a Bologna la prima stagione importante della carriera. Ho conosciuto la donna che sarebbe diventata mia moglie. E’ una città bellissima, dove è esplosa la mia passione per il basket. Sono un tifoso della Fortitudo. Il presidente è venuto a trovarmi qui a Southampton”.
Il Southampton come spinta per andare in Russia: “Il Mondiale è il mio obiettivo. La maglia azzurra ha davvero qualcosa di speciale. Previsioni playoff? Cinquantuno noi, quarantanove loro. Non voglio pensare ad un’Italia che non va al Mondiale. Sarebbe un disastro per quelli della mia generazione”.
Nonostante si trovi bene in Premier a Manolo manca un po’ l’Italia: “Mi mancano il clima, la bellezza delle nostre città, le amicizie. Ma sono contento della scelta: il calcio in Inghilterra è una festa. La gente va allo stadio per divertirsi. In Italia non è così. Ho un figlio di due anni e da padre dico che è triste non poter portare i bambini negli stadi per la paura che possa accadere qualcosa”.
Le differenze tra serie A e Premier: “In Inghilterra c’è meno tattica. Prepari la partita, ma poi in campo prevale spesso l’istinto. Si attacca, si dribbla e si tira. E’ tutto molto più istintivo. La squadra che più mi ha impressionato è il Tottenham, ma in questo momento il Manchester City sta andando fortissimo. Guardiola si è piegato a qualche abitudine inglese”.