Cassano e la Sampdoria, ora sì siamo davvero ai titoli di coda. Dopo mesi di gelo, interminabili settimane da separato in casa, gli allenamenti in solitaria a Bogliasco e poi quelli assieme alla Primavera di Pedone, FantAntonio sta per dire addio a una parte importantissima della sua storia col pallone tra i piedi. (Quasi) una settimana fa la notizia della volontà del fantasista di chiedere la risoluzione del contratto, due giorni dopo la conferma direttamente dal numero 99: "La Cina? E che ci vado a fare, no grazie. Resto con la mia famiglia, ho chiesto la risoluzione. Aspetto di vedere che mi dice la società, qui con i ragazzi della Primavera sono felice". La risposta del club? Via libera, da trovare restano solo tempi e modi per salutarsi. Si arriva ad oggi, quando a Bogliasco assieme a Cassano si vede anche il braccio destro di Ferrero Antonio Romei, come anticipato alla vigilia al campo per preparare i documenti per la risoluzione del contratto. Sono le 15.07 quando l'attaccante e l'avvocato escono assieme dagli uffici al primo piano della palazzina di Bogliasco, immagine lontanissima dal litigio post derby di maggio e dal gelo degli ultimi otto mesi. Niente volti tirati, ma facce distese.
Quando Antonio esce sul piazzale per raggiungere il campo della Primavera lo fa col sorriso sulle labbra. "Ragazzi è arrivato - le parole di Pedone - aspettavano te" scherza ancora Ciccio. Prima di iniziare a faticare, però, tutti in cerchio per un mini torello: in mezzo? "Antonio vai" gli dicono i ragazzi 'spingendolo' dentro. Uno, due. Tre, quattro... quindici tocchi. "Non l'hai presa Antonio, vai giù". E tutti a ridere, mentre Cassano paga pegno e fa una, due, tre... flessioni. Quando mai! Sorriso sulle labbra, perché ora Antonio è "felice, - nonostante un addio che lui per primo avrebbe voluto diverso - con i ragazzi" si diverte. E continuerà a farlo, anche dopo la risoluzione del contratto (in arrivo nella giornata di domani), visto che sino alla fine di febbraio continuerà ad allenarsi con la Primavera come richiesto alla Sampdoria. "Che peccato però, non credevo sarebbe andato via davvero - le parole tra nostalgia e felicità per averlo potuto ammirare in campo di un tifoso al Mugnaini - E poi ora ci sarebbe servito" gli fa eco un amico. Avrebbe potuto, ma non ci sarà. Nove anni e mezzo dopo il primo calcio ad un pallone a Bogliasco Antonio è pronto a dire addio alla sua Sampdoria. Niente bronci però, ma solo sorrisi. Quello che è stato, tra magie in campo e cassanate fuori, resta più forte di quello che avrebbe potuto essere e non sarà. Ora il futuro, ancora tutto da scrivere.