"Non sono un pazzo, dico solo la verità". Tutta la verità, anche quella che probabilmente avrebbe preferito tenere dentro, Stefano Sorrentino la racconta in "Gli occhi della tigre", libro scritto con la collaborazione di Marco Dell'Olio e presentato oggi anche nella "sua" Palermo. Quella Palermo che gli ha regalato mille emozioni diverse: dalla delusione della retrocessione all'esaltazione per il ritorno in A, passando per le liti con Ballardini e una salvezza... da romanzo. "Non sarebbero bastati undici capitoli", undici come gli uomini che scendono in campo, numero perfetto per un numero 1 che nel capoluogo siciliano rimane sempre "il capitano". Anche ad un anno dalla partenza per Verona, dove è tornato per difendere i pali del Chievo.
Però del Palermo parla, e anche tanto, soprattutto del rapporto con Zamparini: "Tornare a Palermo è sempre un'emozione particolare, la gente mi saluta sempre come capitano e la cosa mi fa sorridere. Palermo è entrata nel cuore a me e alla mia famiglia. Sono il primo a dover ringraziare Zamparini perché mi ha fatto venire qui e mi ha dato la fascia da capitano. Mi ha fatto la corte per anni, ma devo ringraziare anche Iachini per la fascia. I battibecchi? Lui è così, si innamora e disinnamora facilmente. Ha sempre provato a vendermi ma sono il portiere con più presenze in A col Palermo. Vorrà pur dire qualcosa". Indimenticabile, l'ultima chiamata ricevuta dal presidente: "Da capitano l'ho sentito sempre più spesso. L'ultima volta, lo scorso anno, il venerdì prima del match di Frosinone, decisivo per la salvezza. Mi chiese che formazione stesse provando Ballardini, aveva avuto il sentore che giocassero tutti gli italiani e quasi voleva mettere Di Marzio in panchina... io difesi Maresca: disse che andava a venti all'ora, io risposi che la sua esperienza sarebbe stata fondamentale. Alla fine vincemmo, ma a Ballardini raccontai tutto. Non volevo creare altri casini...".
Già, Ballardini. Un rapporto che sembrava insanabile e che invece si è ricucito a tal punto da portare l'allenatore ravennate a Verona per il suo libro. Chi l'avrebbe detto, dopo la lite sul campo d'allenamento di Coccaglio... "Ero stato avvisato da Sicignano che qualcuno provava a convincere Ballardini che io e gli altri italiani stessimo spingendo per il ritorno di Iachini. Quando l'allenatore ha convocato me e Colombi per dirmi che non mi vedeva al massimo e avrebbe voluto tenermi in panchina, già sapevo tutto. Gli dissi che non potevo permettergli una motivazione del genere ed è venuta fuori la lite. Però contro il Verona abbiamo vinto e quando Ballardini è tornato ci ha radunato per chiederci scusa. Qualche giorno fa mi ha chiamato e ci siamo sentiti diverse volte, è venuto col libro. Abbiamo riaperto questa parentesi ma ridendo, perché ci siamo trovati da uomini veri facendo un miracolo calcistico. Un po' come tra marito e moglie". Miracolo che non si è ripetuto quest'anno per il Palermo: "Da tifoso dispiace ma non posso aggiungere altro. Per fatalità è retrocesso a casa mia... Da ex capitano non mi ha fatto bene. Se l'anno prima ho potuto dare me stesso, quest'anno non ho potuto aiutarlo. Spero che torni presto dove meriti".
Potrebbe farlo con un nuovo presidente, in attesa che il closing per la cessione societaria a Paul Baccaglini vada a buon fine: " È un ragazzo giovane e ha fatto tanto fuori dal calcio, quando diventerà proprietario saprà come comportarsi". Tra l'altro con il futuro patron del Palermo, Sorrentino ha già avuto modo di parlare: "Baccaglini l'ho sentito nel giorno del mio compleanno. Tra i vari auguri che ho ricevuto, mi è arrivata una foto sua da Facebook. L'ho girata ad Andrea, l'addetto stampa del Palermo, che però mi disse fosse un fake. Mica finì lì: mi passò Baccaglini al telefono. Abbiamo fatto una chiacchierata piacevole e mi ha detto che mi avrebbe voluto conoscere di persona, a Verona però non ci siamo incontrati". Chissà se dovesse arrivare un'altra chiamata dall'aspirante patron rosanero: "Ho due anni di contratto e finisco a Verona - glissa Sorrentino -. Magari in un altro ruolo".