I due volti del calcio palermitano: quello gioioso di una Primavera straordinaria, arrivata ad un calcio di rigore dal trionfo nel Torneo di Viareggio, e quello di un Palermo in piena zona retrocessione, chiamato al riscatto in un finale di campionato da montagne russe. Nessuno meglio di StefanoSorrentino poteva mettere la faccia in un momento così delicato per i rosanero, che vivono adesso la settimana più difficile dell’anno: “Sicuramente la più importante - ammette il capitano -. Volevo chiedere scusa ai tifosi per la prestazione di Verona, la partita è andata com’è andata. Una squadra che deve salvarsi non può permettersi di non giocare, da qui a domenica abbiamo cinque giorni per preparare una gara importante come quella con la Lazio. Basta una scintilla per tornare a vedere il sereno, purtroppo la tempesta sta durando un po’ troppo”.
Una tempesta che ha colpito anche WalterNovellino, finito nell’occhio del ciclone Zamparini, che lo ha definito “confuso” dopo il k.o. col Chievo. Sorrentino, da bravo capitano, glissa e guarda avanti: “Novellino l’abbiamo visto bene. In questi due giorni però ho preferito staccare tutto, non so cosa abbia detto il presidente. Alla fine lo sapete, parla tanto per punzecchiarci e stimolarci, lo avrà fatto anche per lui”. La sconfitta, però, non può non lasciare strascichi: “C’è delusione, perché siamo partiti giovedì per preparare questa partita. Non bisogna cercare alibi, ma alcuni episodi ci sono andati a sfavore. Alla fine conta il risultato e abbiamo perso 3-1, dobbiamo solo rimboccarci le maniche. Non è semplice e sappiamo che il Palermo di Verona non è quello che conosciamo”.
Adesso si pensa alla sfida con la Lazio, da affrontare senza Franco Vazquez. Un macigno per il Palermo: “E' il giocatore più forte che abbiamo - ammette Sorrentino -. Bisognerebbe clonarlo e portarcelo anche nelle partitelle estive con gli amici. Per noi è una grossa perdita, dobbiamo dimostrare di essere squadra anche senza di lui. Non ci sono tante parole”. Il calendario, inoltre, non aiuta il Palermo: “Fino a domenica sera non ho mai guardato il calendario, adesso però voglio sdrammatizzare. Nell’anno della retrocessione abbiamo giocato a Torino con la Juventus la domenica alle tre e la penultima a Firenze… credo sia arrivato il momento di invertire la rotta e di riprenderci quanto c’è stato tolto tre anni fa. Basta fare un filotto di punti per creare positività ed entusiasmo. Sta a noi uscirne fuori, testa nel carro armato e buttiamo giù tutto quel che troviamo”.
L’amarezza, però, va messa da parte per celebrare l’impresa della Primavera. Un’impresa che ha visto come protagonista assoluto non solo Nino La Gumina, Golden Boy e capocannoniere a Viareggio, ma anche Leonardo Marson, miglior portiere del Torneo: “Con lui parlo spesso - chiude Sorrentino, posando col giovane collega di reparto per una foto ricordo -. Come dico ad Alastra e a Posavec, ovvero a quelli che spingono dietro, l’unica cosa che devono fare è lavorare così. Devono continuare a lavorare come fanno ora, sono forti e andranno avanti”.
Benedetto Giardina