Quando giocava nella Portuguesa e arrivò l'interesse del Corinthians, il suo agente non gli disse niente. Forse perché sapeva che, senza nulla di concreto in mano, Bruno Henrique avrebbe provato un'emozione troppo grande a illudersi della possibilità di giocare per la squadra per cui aveva sempre tifato, come tutti i familiari, sin da bambino.
Fu navigando su Internet che scoprì la notizia, e quando l'affare si concretizzò non riuscì a prender sonno. Sin da piccolo, quando giocava con gli aquiloni e le biglie nel Vale do Ivaí, in Brasile, il desiderio più grande di Bruno Henrique era quello di diventare un idolo del Timão.
Sperava di essere come Ronaldo o Zidane, ma la passione per il futebol sorse in lui guardando suo padre e soprattutto suo fratello, Douglas Corsini, giocatore di calcio a cinque che in qualche modo ha scritto il destino di Bruno Henrique, con una lunga carriera in Italia e la maglia della nostra nazionale di futsal.
Douglas fu protagonista di una polemica che lo escluse da un Mondiale di futsal con gli azzurri con una brutta storia di cartelle cliniche che sarebbero state truccate per testimoniare un suo presunto infortunio alla Fifa e farlo fuori dalla lista dei convocati all'ultimo momento.
Bruno Henrique, che deve l'inizio della sua carriera al fratello, dopo aver reso realtà il suo desiderio di vincere con il Corinthians, con cui ha conquistato un campionato, adesso proverà a scrivere la sua favola italiana.
Nel campionato che ha reso immortali Ronaldo e Zidane, nel Paese che ha dato gioie e delusioni a Douglas, nel luogo in cui era ovvio che la vita lo avrebbe portato. Partendo da Palermo.
Rosario Triolo
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