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Data: 08/04/2019 -

L'Ajax-Juve che fu. Silooy: "Io e Davids non dovevamo calciare quei rigori"

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Tra Cruijff, Van Basten e Kluivert, l'errore decisivo nella finale del '96: Sonny Silooy, dall'Ajax al volontariato. La nostra intervista alle porte di Amsterdam
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Tra Cruijff, Van Basten e Kluivert, l'errore decisivo nella finale del '96: Sonny Silooy, dall'Ajax al volontariato. La nostra intervista alle porte di Amsterdam

 

Assurdo leitmotiv, oltre la maglia oranje. “Mi capita anche oggi di non trovare biglietti, quando cerco di vedere i match dell’Ajax alla Johan Cruijff Arena”. Eppure, non c’è ragazzo di casa più di Silooy. In tutte le vesti possibili. “Ho giocato due anni nell’Academy e 14 da professionista. Poi ho allenato le giovanili”. Sgrezzando Promes e Van der Wiel. “Vedete? Tutti i migliori sono passati da me”, sorride Sonny. “Cinque anni, e da altrettanti sono un consulente per il settore giovanile. Una sorta di ambasciatore in giro per il mondo: tutti vogliono sapere che cosa fa l’Ajax con l’Academy e io so esattamente cos’è accaduto lì dagli anni ’70 a oggi.

Un vivaio che continua a sfornare talenti, fino a capitan de Ligt. “Come squadra abbiamo avuto alti e bassi negli ultimi anni: questo è il rischio da correre puntando sui giovani. Ma ora abbiamo i soldi. Quindi più strutture, più allenatori, più specialisti. E anche investimenti in giocatori di rilievo”. Tadic, Ziyech, l’1-4 del Bernabeu, il grande calcio che riscopre la scuola Ajax. “Come si fa a ripetere la nostra filosofia? Non è possibile, perché quello che abbiamo noi è il risultato di un processo lungo 60 anni”, spiega Sonny. “Noi condividiamo le nostre idee, non abbiamo segreti se non nell’approccio con i giocatori. Chiunque può dare istruzioni a un nostro ragazzo, ma solo chi ha l’Ajax nel DNA riesce a trasmetterle veramente.

 

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Come Silooy. “Ho vissuto tutto sulla mia pelle. Le giocate di Cruijff e poi le sue lezioni da allenatore. Prima di quelle di Van Gaal: i migliori di tutti, ma Johan era di un altro pianeta in tutti i sensi”. Nessuna presunzione, tutta questione di know-how. “Allo stesso modo, potrei forse insegnare i metodi di Juve e Milan? Bisogna sentire il club, sapere cosa succede al suo interno e come funzionano le cose. Anche se dal calcio italiano ho imparato tanto, ancora quand’ero calciatore”.

Ex difensore, ma anche ex attaccante. “Fino ai 15 anni, sì. Poi all’Ajax hanno cominciato a valorizzarmi dietro: a me importava solo giocare, non importa in che ruolo. E allora mi sono messo a studiare Bergomi, Collovati, Gentile. In più ero veloce e cattivo”. Ma sempre nei limiti nel gioco, come dimostrano le zero espulsioni in carriera. “-Seguilo anche in bagno-, mi diceva Van Gaal quando giocavamo contro fenomeni come Romario. Per me era solo questione di annullarli. E oggi ai difensori dell’Ajax dico lo stesso: contro la Juve circondate CR7, non fatelo respirare. I consigli del passato, schietti come Silooy. “È vero, da giocatore legnavo, ma legnavano anche me. Volete vedere le lastre del mio ginocchio? Tre anni fa me l’hanno completamente ricostruito”.

 

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L'eterno ragazzo dell'Academy ci rivela un'ultima sorpresa. “Durante la convalescenza ho visto un programma in tv, in cui si raccontavano le difficoltà dei bambini disabili ad avvicinarsi al calcio e di un'associazione che cercava di aiutarli. Piuttosto triste, mi ha commosso. Ho preso il telefono e ho detto che avrei voluto essere volontario lì. Chapeau. “Faccio da addestratore, due volte a settimana. E cerco di trasmettere tutta la mia passione per questo gioco a partire dai ragazzini più giovani”.

“Questo vale anche per quelli dell’Ajax: vogliamo seguirli e formarli quando sono ancora più piccoli rispetto al passato. Sapete perché? Provengono dalla playstation. Non c’è più l’inventiva, la formazione, l’arrangiarsi che offriva il calcio di strada. Dobbiamo pensarci noi. E 'quel fottuto rigore', ormai chi se lo ricorda più?

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