Adrenalina, passione, cori. Sciarpe e bandiere. Un sabato di (grandi) emozioni a Siena. Dalle prime ore del mattino. I ragazzi che sfilano in Piazza del Campo con il vessillo bianconero che si alza in cielo in una splendida giornata di sole Primaverile. I più anziani che rimembrano i bei tempi andati. Come se il tempo non fosse mai fermato. Come se il destino, maledetto, non avesse mai staccato quell’altrettanto maledetta spina per una città che sente, ama e vive (anche) il calcio con il suo inconfondibile animo passionale.
E poi il gol, la magia a fine primo tempo: splendido tiro da fuori di Iapichino, uno a zero. Un coro che si leva alto in cielo, le bandiere della Curva Guasparri. La sincera esultanza liberatoria del vice presidente Federico Trani. L’adrenalina di Giovanni Dolci e Davide Vaira. Gente che vive di e per il calcio. A immagine e somiglianza di una città.
Che, a quindici minuti esatti dall’inizio del secondo tempo, si è fermato. Per un minuto esatto. 2-2 dell’Arzachena contro il Livorno. “Stiamo calmi, è lunga”, gli occhi sul tabellone del Franchi. Fermi, immobili, un sogno. Dura poco, segna Luci: il Livorno torna primo, a più due. L’adrenalina rimane in corpo, 180 minuti, canta la curva, sogna Siena. 180 minuti, come in un film, un thriller pazzesco. Che finale...