“Questa tripletta la voglio dedicare al mio primo tifoso...che purtroppo non c è più, ma che da lassù mi segue e mi da la forza per crederci sempre...questa è per te NONNO”. Scritto così, tutto in maiuscolo. A Manuel Nocciolini la prima tripletta in Lega Pro con la maglia del Parma non ha fatto minimamente girare la testa, anzi. E’ rimasto il ragazzo di sempre. Come se non fosse stato lui con i suoi gol a recuperare il Parma dall’inferno di Pordenone (0-2) e e portarlo tutto d’un pezzo in Paradiso. “E’ stato bellissimo - racconta Manuel Nocciolini a gianlucadimarzio.com - non me l’aspettavo. Non vedevo l’ora di fare un gol e la tripletta è stata una grande emozione”. E dopo la notte, l’alba del giorno dopo. “Mi sono svegliato e non ci credevo ancora. Ieri sera ho festeggiato poco perché siamo tornati alle 3 di notte”. E allora si festeggia oggi, con gli amici a Parma.
Ma nella piccola grande impresa di ieri sera a Pordenone c’è tutta la voglia di un ragazzo che prima di arrivare tra i professionisti ha disintegrato record un po’ ovunque. Dalle 33 reti con gli Allievi nazionali della Fiorentina ai 26 in serie D, lo scorso anno, con la maglia del Forlì. “L’anno scorso l’unica squadra contro la quale non ho segnato è stato proprio il Parma”, e allora scherza: “Penso che un pezzetto di merito nella promozione del Parma ce l’ho anche io che non ho segnato contro di loro”. Ma poi torna subito serio. “Ho voluto fortemente questa maglia perché portare questi colori è un sogno”.
E quest’anno si è ritrovato a dover contendersi una maglia da titolare con Calaiò ed Evacuo, due che di gol ne hanno sempre fatti tanti, dalla serie A in giù. “Sono giocatori importanti e c’è da imparare sempre da loro. Allenamento dopo allenamento apprendo qualcosa, dai movimenti in campo alla personalità nello spogliatoio”. Sì ma adesso il capocannoniere del Parma è proprio lui, Manuel Nocciolini. “Eh magari finisse il campionato adesso”. Senza farsi sentire da capitan Lucarelli, che invece vuole sempre il massimo tra una battuta e l’altra. “E’ fantastico, ha una parola di conforto per tutti. Dà la carica giusta, scherza ma quando c’è vuole dare il massimo è sempre il primo. La carriera che ha fatto parla da sé”.
A proposito di “parlare”, Manuel e Alessandro hanno in comune l’accento toscano. Ed infatti Nocciolini ha iniziato proprio nel settore giovanile della Fiorentina, con tanto di convocazione in prima squadra con Prandelli. “Era una partita di Europa League, ma ricordo pochissimo. Quando ho visto la maglietta con il mio cognome non c’ho capito più nulla”.
La partita gliela ricordiamo noi, era un Fiorentina-Rangers del 2008, ma quell’emozione la porta sempre con sé, proprio come la sua fede calcistica. “Ho sempre tifato Milan, e Sheva è sempre stato il mio idolo”. Una fede che si porta dietro per merito del nonno, anzi del NONNO, quello al quale ha voluto dedicare la tripletta contro il Pordenone. “E’ stato lui a portarmi a vedere il Milan per la prima volta”. Di Sheva conserva una maglia in camera con tanto di dedica “In bocca al lupo Manuel”, ma al Parma ha scelto la numero 9. “Ovviamente volevo la 7 ma c’era Mazzocchi che lo voleva fortemente e per un attaccante il 9 è altrettanto bello e così ho ceduto il 7 a lui”. Ecco, Sheva l’idolo di infanzia, ma quello attuale? “Nocciolini, non so se conosci…”.
Poi una risata grande così, perché nonostante la tripletta non ha smesso di prendersi in giro. Piedi per terra e grande cuore, e con un NONNO che non smette mai di seguirlo, anche da lassù. In bocca al lupo Manuel…speriamo valga lo stesso, anche se non siamo Sheva.