“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire”. Paulo Coelho. Quella che stiamo per raccontare è una storia di vita, che come spesso accade si riflette in un pallone rotondo ed in un meraviglioso sport chiamato calcio. Siamo ad Avellino, Rione San Tommaso. Un luogo vicino per chilometri al capoluogo, ma lontano per idee. Emarginato dall’Avellino cittá, è uno di quei posti dove spesso sogno e realtà non camminano mano nella mano. Qui nel 1978 é stato fondato il San Tommaso Calcio, una creatura plasmata dalla famiglia Cucciniello, che l’ha accudita come si fa con un figlio. L’obiettivo era proprio quello di togliere i ragazzi dalla strada e insegnare loro la vita attraverso il calcio. Oggi qualcosa é cambiato, anzi tutto. Il San Tommaso é cresciuto, ha modificato pelle e ambizioni, ma non quel senso di famiglia che lo ha sempre contraddistinto.
IL PRESIDENTE ED IL DG: “Tutto è nato grazie alla nostra amicizia”
Parola di Annino Cucciniello, direttore generale e figlio del presidente onorario Modestino. Lui, insieme all’attuale presidente Marco Cucciniello, ha portato la squadra del Rione in Serie D. Stesso cognome, ma sangue diverso. Tra di loro un’amicizia fraterna, che tre anni fa ha spinto Marco ad accettare la proposta di Annino come raccontato in esclusiva per gianlucadimarzio.com: “Ho accettato di diventare presidente per l’amicizia che ci lega, ma gli dissi che lui doveva essere al mio fianco”. A fargli da eco anche il dg: “Era la persona giusta, per me é come un fratello”. Inizia così l’avventura del 'nuovo' San Tommaso: “Siamo partiti con una retrocessione inaspettata - continua Annino - fu un anno strano. Ricordo che prima della finale play out dissi a Marco di non pagare i rimborsi, ma lui non mi ascoltò”. I due ripensano al passato: “Dopo la retrocessione volevamo lasciare. Ma avremmo abbandonato il nostro rione da perdenti. Così siamo ripartiti da zero”. Un’ascesa importante. Un campionato di Promozione stravinto, fino al miracolo di quest’anno: “Siamo partiti per una salvezza tranquilla. Volevamo consolidarci nella categoria. Ma io ho sempre detto che avremmo vinto il campionato”. Parola di presidente. Il perché? “Questo era l’anno nostro, é nato mio figlio, è stato un segno”. Annino sorride: “Marco vive il calcio con entusiasmo, io ho cercato sempre di tenere i piedi per terra”. Qualcosa cambia a dicembre quando a San Tommaso arriva Pasquale Carotenuto. Il presidente ci confessa: “Nessuno credeva in noi. Nessuno pensava che avremmo potuto acquistarlo, invece...”. Poi interviene Annino: “Prendere Carotenuto era impensabile, ma grazie a Marco e alla voglia del calciatore abbiamo fatto un acquisto che ha dato un segnale al campionato”. Il San Tommaso vola, ed il sogno diventa realtà con una giornata d’anticipo: “Ero sicuro che avremmo battuto l’Agropoli ma non che avremmo vinto il campionato”. I grifoni, invece, abbracciano la Serie D e scrivono il loro miracolo. Sullo sfondo un ipotetico derby con l’Avellino: “Sarebbe un sogno, e noi vogliamo sognare ancora. Però auguriamo all'Avellino il ritorno tra i professionisti”. Dopo la festa di sabato, ed il rompete le righe, la società inizia a programmare il futuro con voglia e senza paura, come sottolinea il presidente: “Il Rione deve rispondere a questa società. Deve volerci bene e starci vicino. Per ora le cose stanno andando per il meglio e, se continueranno, così non vogliamo fermarci. Siamo ambiziosi e non abbiamo paura della Serie D”.
FRANCESCO MESSINA L’ALLENATORE DELLA STORIA
“Francesco Messina era un mio pallino, l’ho sempre voluto. In estate abbiamo puntato su di lui dandogli carta bianca. È una persona speciale ed un grande allenatore”. Queste le parole di Marco Cucciniello, quando gli chiediamo del suo allenatore. Giovane, preparato, ma soprattutto umile. Una persona seria, con sani principi e che fa dell’empatia con i suoi calciatori e della serenità la sue doti principali. Che tipo di allenatore è? Basta fare un giro nel rione ed un passante ci confessa: “Arriverà in Serie A, dobbiamo tenercelo stretto”. 'Ciccio' come si fa chiamare dai suoi amici ci sorride quasi imbarazzato e ci racconta come ha avuto inizio la sua favola chiamata San Tommaso: “È vero, il presidente mi ha conquistato con il suo entusiasmo. Si è fidato di me dal primo momento e San Tommaso é stata la mia unica scelta”. Un allenatore partito dal basso, che non ha mai cambiato il suo modo di essere: “Io sono una persona con principi, che ama questo sport, ma che privilegia i rapporti umani. Solo con un grande gruppo puoi raggiungere un’impresa come questa”. L’allenatore, in estate, non opta per scelte azzardate, ma...: “Ho portato a San Tommaso i miei fedelissimi, ragazzi che mi avrebbero seguito ovunque. Loro non pensano al nome, o al guadagno. Hanno accettato il mio progetto e si sono fidati di me”. Un campionato iniziato senza alcuna ambizione, ma Messina ci confessa: “Ad inizio anno un mio amico mi disse che se non avessi vinto il campionato sarebbe stata colpa mia”. L’allenatore sorride: “Quando abbiamo affrontato le corazzate di questo campionato ho capito che cambiando mentalità avremmo potuto vincere”. Il cambio di mentalità arriva nel nome di Pasquale Carotenuto: “Lui ha dato sicurezze e responsabilità a questo spogliatoio. Quando inserisci uno come lui e sei al terzo posto in classifica lanci un segnale non solo agli avversari ma soprattutto a te stesso”. Da Dicembre il San Tommaso fa percorso netto, fino alla sconfitta contro il Santa Maria che poi ha preceduto la vittoria del campionato: “Ho imparato che i ragazzi vanno difesi sempre. Loro sono stati straordinari”. Poi aggiunge: “In settimana mandai un messaggio al dg dicendogli che avremmo vinto il campionato e adesso eccoci qui”. Ora è tempo di pensare al futuro, è tempo di Serie D: “Io, così come la società, non ho paura di questa nuova categoria. Certo dobbiamo strutturarci, ma noi siamo ambiziosi”. Messina resterà in panchina? “Bisogna organizzare alcune cose di lavoro, ma c’è tutta la voglia per ricominciare e di vivere questa Serie D”.
PASQUALE CAROTENUTO: “VOGLIO VINCERE ANCORA”
“Non riusciamo ad acquistarlo noi, figuriamoci il San Tommaso”. “Non accetterà mai”. Erano questi i commenti del mondo dell’Eccellenza quando si accostava il nome di Pasquale Carotenuto al San Tommaso. Ed anche questo è stato un piccolo miracolo della società del presidente Cucciniello. L’ex Savoia non ha bisogno di presentazioni: undicesimo campionato vinto tra Eccellenza e Serie D. Lui a dicembre ha sposato il progetto del San Tommaso, nonostante i suoi trascorsi: Nocerina, Savoia e Arzanese tra le altre. Adesso ci confessa perché: “È stata una scelta diversa, differente dalle altre. Sapevo di venire in una piazza con meno storia e meno trascorso, ma sapevo anche di approdare in un grande gruppo ed in una società modello”. Per lui, 36 anni e le ultime due stagioni in chiaro scuro. Molti lo davano per finito, invece: “Sapevo che vincere a San Tommaso avrebbe messo a tacere tutte le voci su di me. Io credo sinceramente che non avevo nulla da dimostrare, ma è stato il campo a parlare al mio posto”. Cosa mi ha detto il presidente quando ho firmato? “Di vincere il campionato. Io quando sono arrivato qui anche se ci potevano essere aspettative diverse ho sempre avuto il pensiero di vincere. I miei compagni sono stati fantastici. Questo è un gruppo unico”. Anche Pasquale come il suo allenatore, ha pensato di vincere il campionato dopo la sconfitta contro il Santa Maria: “Ho visto la rabbia negli occhi dei miei compagni, lì ho capito che la settimana dopo ce l’avremmo fatta. E festa è stata”. Una Promozione diversa? “Ogni vittoria è bella ed importante. Questa è speciale perché abbiamo scritto la storia di San Tommaso e di questo rione. Adesso tutti dovranno accorgersi di questa società e di questa squadra”. Futuro? "Io voglio vincere ancora. Il calcio é la mia vita. Sono pronto a restare qui e chissà cosa ci riserverà il futuro. Il presidente é ambizioso, dobbiamo affacciarci alla Serie D con voglia e non con paura”.