“Sicuramente ci voleva questa svolta, anche se il cambio di allenatore non deve essere un alibi”. La vittoria di prestigio sul Catania nell'ultimo turno ha messo le ali a tutto il Potenza, ma Giuseppe Coccia – esterno dall'animo operaio – vola basso. Nonostante i 10 punti conquistati dalla sua squadra nelle ultime cinque partite, che hanno portato il Potenza in ottava posizione nell'anno del ritorno tra i professionisti.
Un cambio di rotta coinciso con l'addio di Nicola Ragno e l'arrivo di Giuseppe Raffaele in panchina: “Noi ci abbiamo messo voglia e sono venuti fuori anche i nostri pregi migliori – spiega Coccia a gianlucadimarzio.com - La partita contro il Catania è stata la ciliegina sulla torta”. La riconoscenza, però, è al primo posto: “Se sono qui a Potenza, in serie C, lo devo soprattutto a mister Ragno – rivela il numero 7 potentino - Mi ha voluto qui l’anno scorso e ora mi ha confermato. Con lui facevo il quinto e ora mister Raffaele mi sta facendo giocare come terzino a 4. Mi sta portando lavorare molto nella fase difensiva, perché crede che posso arrivare in alto in quella posizione”.
Il taglio di capelli è da mohicano, il riferimento sul campo, invece è made in Roma. “Alessandro Florenzi – risponde Coccia – senza dubbi. E' un calciatore completo, forte tecnicamente, fa sempre la giocata giusta, si adatta e non fa mai parlare male di lui”. Sulla carta d'identità li separano due anni, sul campo due categorie. A 25 anni Coccia si sta godendo per la prima volta il calcio pro: “Forse la serie C è arrivata un po’ tardi. Quando ero a Foggia e siamo stati ripescati dalla D alla C2. Purtroppo qualcuno non ha voluto confermarmi”. L'apprendistato nel dilettantismo, passato per 150 presenze in cinque anni tra Foggia, Manfredonia e Potenza, è terminato.
Ora per Coccia è tempo di studiare i colleghi più esperti, con i quali condivide obiettivi e allenamenti: “Ci sono tanti compagni di squadra che hanno anche giocato in categorie superiori. Penso a Emerson, che ha 38 anni e si allena sempre al massimo. Un esempio per noi più giovani, ma anche Strambelli, Dettori e Franca, per citarne alcuni, non sono da meno”. Nessun dubbio anche sull'avversario più forte incrociato sin qui: “Tutti mi parlavano di Marotta e anche se abbiamo battuto il Catania, devo dire che effettivamente è il più forte”.
Laterale per nascita, mezz'ala per crescita, terzino per spirito di adattamento. Le stelle polari di Coccia sono però fuori dal campo: “I miei genitori e i miei nonni mi seguono in tutte le partite, a darmi forza è anche la mia ragazza – ammette - poi c'è il mio procuratore, Valeriano Narcisi, con il quale c'è davvero un rapporto di amicizia. Si mette a disposizione in ogni momento per farmi stare bene. Siamo una grande famiglia, sono fondamentali per farmi stare bene in campo e fuori”. Usa molto i social (“Instagram mi piace molto”), in tv la sua serie preferita è la “Casa di carta”. E come nel telefilm spagnolo, anche a Potenza stanno iniziando a pensare al colpo a sorpresa.
Nel caso di Coccia e soci, stabilizzarsi nelle parti alte della classifiche: “Il campionato è partito con il modello spezzatino, non ci ha fatto lavorare bene all’inizio ma credo che i veri valori complessivi verranno fuori a gennaio. Ora stiamo vivendo un buon periodo, ma guai a guardare oltre il prossimo turno”. Che porterà il Potenza a Rieti, prima del derby del Viviani contro il Matera. Una sfida che la città attende con calore, quello già dimostrato in questo avvio di stagione: “Siamo secondi solo al Catania come tifoseria con la loro spinta possiamo giocarcela con tutti” sottolinea Coccia. Che attende il primo gol tra i pro (“Non ho mai chiuso un'annata a secco, a Manfredonia due anni fa chiusi a sette reti, il mio record”) e oltre alla consacrazione tra i pro, ha un'altra sfida nel cassetto: “Penso all’università, entro fine novembre mi iscriverò alla facoltà di Scienze Motorie”.