Inclusione sociale e benessere emozionale: due principi fondanti e un unico grande progetto: “Senza di me che gioco è?”. Un calcio aperto a tutti, senza più barriere. E’ questa la visione che ha spinto la Feralpisalò a fondare una scuola calcio per ragazzi disabili all’interno del proprio settore giovanile, la prima di questo tipo a livello di club professionistici. Un progetto ampio e ambizioso, partito nell’estate del 2016 e diventato ormai una realtà a livello nazionale. Un esempio in grado di generare un’ondata di entusiasmo che ha spinto altri club professionistici ad intraprendere lo stesso percorso. Un’unione d’intenti che ha dato vita al campionato di Quarta Categoria Lega Pro, al quale hanno preso parte 13 squadre. Tra queste la stessa Feralpisalò, la prima ad aprire le porte a ragazzi affetti da disabilità cognitive.
“Senza di me che gioco è?”. Uno slogan chiaro e un significato preciso: un progetto in grado di dare la possibilità a dei ragazzi speciali di sentirsi parte integrante di una grande famiglia. Quella del settore giovanile della Feralpisalò. Nessun distaccamento, nessuna differenza: tutti uniti, tutti insieme. I ragazzi del settore giovanile e quelli della scuola calcio. Questi ultimi sono già arrivati a 500 iscritti finora (con un’età compresa tra gli 8 e i 31 anni) e il numero è destinato a salire. Tutti seguiti da allenatori esperti e qualificati. In sinergia con la Cooperativa il Gabbiano, una delle più importanti realtà operanti nell’ambito della disabilità sul territorio bresciano. Un progetto destinato ad espandersi ulteriormente, con una sede a Salò che dal prossimo anno potrebbe aggiungersi a quella già presente a Brescia.
Un po’ di riscaldamento con la palla, qualche esercizio per migliorare la coordinazione, poi spazio alla partitella. Perché la parola d’ordine è divertimento. Due ore di allenamento coordinate da mister Francesco Pellegrini, anche allenatore dell’Under 15. La possibilità di confrontarsi con i ragazzi del settore giovanile, che finiti gli allenamenti non perdono occasione di aggregarsi alla scuola calcio. Un modo anche per loro per crescere e divertirsi, sempre insieme.
Non più una bellissima idea, “Senza di me che gioco è” è andato oltre. Un progetto partito quasi in silenzio, adesso noto a tutti, come precisato dalla responsabile della comunicazione della Feralpisalò, la Dott.ssa Isabella Manfredi: “Siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare grazie alla sinergia tra territorio, terzo settore e la scuola. Abbiamo pensato di usare il calcio come palestra per aiutare questi ragazzi a sviluppare relazioni sociali. Ci siamo impegnati affinché potessero avere il meglio: a partire dagli istruttori qualificati fino ad arrivare alle infrastrutture di ultima generazione”.
Un successo arrivato grazie all’impegno di chi lavora quotidianamente per rendere grande questo progetto. Come il responsabile del settore giovanile della Feralpisalò Pietro Strada: “E’ un motivo d’orgoglio per tutti noi poter lavorare con questi ragazzi. Aiuta a rendersi conto di quanto siamo fortunati. E’ bello vedere come abbiano fatto gruppo, come siano felici di venire agli allenamenti. E perché no: anche giocare delle partite agonistiche, come quella che oggi pomeriggio ci vedrà impegnati con il Siena nella semifinale del campionato di Quarta Categoria. Ovviamente il risultato è secondario, ma vedere i ragazzi sentirsi parte integrante di qualcosa d’importante ci spinge a migliorarci”. Tutti in attesa di sapere il risultato di domani allora. Ma una cosa è certa: il progetto “Senza di me che gioco è?” ha già vinto in partenza.