Quando a parlare sono le leggende ci si mette sempre sull'attenti. Questo è anche il caso di Seedorf che a La Gazzetta dello Sport ha parlato del Milan, di Leao, di De Ketelaere e tante altre cose interessanti. Il centrocampista ha poi rivolto un pensiero anche su Cristiano Ronaldo.
Seedorf: "Leao? Deve ancora crescere e migliorare al Milan"
Uno dei nomi al centro dell'attenzione è sicuramente quello di Leao e del suo futuro: "Rafael al Mondiale ha giocato poco, sarà carico. Io sarei contento se continuasse con il Milan, sarebbe una scelta corretta. Deve ancora migliorare e, se andasse via, rischierebbe di ridurre i margini di crescita".
Poi sul Milan e sulla possibilità di inseguire il Napoli in campionato: "Il Milan ha più abitudine a giocare partite importanti ed è solido. Io credo che accorcerà le distanze. La fortuna del Milan è aver ristabilito, soprattutto con Maldini, una cultura vincente".
"De Ketelaere? Come Kluivert"
Dopo un inizio di stagione non ad alto livello, molte attenzioni nella seconda parte di stagione saranno riposte su De Ketelaere. Seedord su di lui ha le idee chiare e fa un paragone importante: "Non lo conosco di persona, ma non credo ci sia un problema caratteriale. Anche io ho giocato con giovani timidi poi cresciuti. Un esempio? Kluivert".
L'ex Milan ha sempre mostrato una grande vicinanza ai giovani ed anche molto interesse ed ovviamente ha alcune preferenze: "Mbappé mi fa impazzire, a volte fa giocate allucinanti. Haaland è uno dei più forti. Vinicius è cresciuto molto. Poi voglio citare Valverde, che ho avuto al Depor. Al primo allenamento, ho detto “chi è questo?”. Gli dicevo: “Ma tu, che cosa hai meno di Kroos?”. Ovvio, non era ancora al suo livello ma si intuiva il potenziale. Era timido, non si vedeva a quel livello".
Un messaggio per Ronaldo
Da qualche ora sta facendo discutere il passaggio di Cristiano Ronaldo al Al-Nassr. Anche Seedorf ha espresso il suo pensiero: "Merita prima di tutto rispetto: se guadagnerà tanto, sarà perché ha valore. Allo United però forse poteva prendere una posizione differente da quella della vittima. Io, se dovessi dargli un consiglio gli direi di finire con dignità, nel nome della sua grandezza, senza farsi condizionare dalle provocazioni, gestendo meglio le critiche come ha fatto Messi".