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Data: 29/11/2016 -

Sculli racconta il "maestro" Gasperini: "Un uomo semplice e innamorato del lavoro. A Torino se la gioca"

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Giuseppe Sculli è una delle tante "creature" di Gian Piero Gasperini. Gli anni passati nelle giovanili bianconere rimangono indelebili nei ricordi di "Peppino", che ora gioca in Eccellenza, nell’ Accademia Pavese:

"Arrivai alla Juventus a 14 anni e lui fu il mio primo allenatore" - si legge nelle pagine de Il Corriere dello Sport - "Mi ha guidato nei Giovanissimi, negli Allievi e nella Primavera, è stato fondamentale per la mia formazione. Al di là della bravura sul campo e della cultura del lavoro, ne apprezzai subito la disponibilità: ero l’unico della squadra che veniva da fuori, così spesso passava a prendermi al convitto e mi portava al campo. Anche una volta passati al professionismo in realtà non lasciava mai davvero i suoi allievi: chiamava spesso per sapere come andava e non faceva mancare i suoi consigli".

Gasperson sapeva come motivare i suoi "bambini": "Attentissimo alla tattica, meticoloso in allenamento, equilibrato nella gestione: alternava bastone e carota, sapeva quando rimproverarti e quando elogiarti. L’ho avuto anche dopo, al Genoa, abbiamo vissuto insieme momenti importanti e la stima è diventata ancora più forte: posso garantirvi che non è cambiato, è rimasto un uomo semplice ed è sempre innamorato del lavoro. Forse è cambiato in una sola cosa: sul modulo è più elastico, allora martellava sul 3-4-3. Compagni bianconeri? Eravamo un bel gruppo, tanti sono arrivati a giocare in serie A: Rigoni, Gasbarroni, Lavecchia, Guzman...".

L'Atalanta vola e sabato se la gioca proprio con la Juventus: "Sinceramente non me l'aspettavo, ma penso nemmeno Gasperini l’immaginasse. Ero certo però che avrebbe disputato un buon campionato e lanciato tanti giovani. Non è usuale, in Italia, ma Gasperini sa valorizzarlo e ha anche il coraggio di rischiare. Sabato con la Juventus mi aspetto una partita avvincente. La Juve è una corazzata, ha una qualità nettamente superiore e per giunta sarà ferita dopo la batosta di Genova. L’Atalanta, però, non ha niente da perdere: può giocarsela senza pensieri né pressioni".



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