Idolo. Bandiera. Simbolo. Saranno probabilmente questi i tre termini più gettonati nel caso domandaste ad un qualsiasi tifoso dell’Alessandria una veloce definizione riguardante Fabio Artico. Ex attaccante da 58 gol in 144 presenze nei 5 anni trascorsi ad Alessandria da capitano ma non solo. Idolatrato per aver accettato di ripartire dai grigi in Serie D dopo aver declinato diverse proposte da categorie ben superiori. Ma anche per il suo modo di essere stato un calciatore, per così dire, sui generis. Uno di quelli che nel tempo libero al divertimento nei locali più in voga della città preferiva una chiacchierata riguardante la politica o un’escursione in mezzo alla natura. Infatti, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, tra le altre cose, è diventato sia consigliere comunale ad Alessandria sia una guida naturalistica ed escursionistica professionista. “Sono riuscito a diventare una guida naturalistica e organizzo uscite in Val D’Aosta. Purtroppo negli ultimi tempi fatico a trovare il tempo necessario per dedicarmici quanto vorrei ma la natura è sempre stata la mia grande passione oltre al calcio”. Artico dedica la maggior parte del suo tempo alla ricerca di giovani talenti: dovere di scout. A maggior ragione quando lavori nell’area scouting della Juventus: “Terminata la mia carriera ho trascorso 2 anni difficili da ds che mi hanno spinto a distaccarmi dal calcio per schiarire un attimo le idee. Ora non so cosa mi riserverà il futuro, ma posso assicurare che ciò che sto facendo mi sta piacendo davvero molto”. Una cosa riguardante il futuro è certa: Artico nel cuore della tifoseria grigia ricoprirà sempre un posto d’onore. “In 5 anni con questa maglia ho vissuto emozioni uniche. Al di là della categoria. Non dimenticherò mai i tifosi che ci aspettavano fuori dallo stadio per gratificarci. Poi, e le feste in piazza dopo le vittorie in campionato che ci hanno permesso di approdare prima in C2 e poi in C1. Ho tantissimi ricordi che porterò sempre con me”, ha dichiarato in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. Tra i ricordi più dolci per l’ex capitano grigio anche quell’annata 2010-11 vissuta agli ordini di un certo Maurizio Sarri, col quale spesso si intratteneva a parlare di politica durante le grigliate che l’allenatore, ai tempi dell’Alessandria, organizzava al termine dell’allenamento al mercoledì o al giovedì: “Con Sarri ho un bellissimo rapporto: ci sentiamo spesso e ci siamo visti a dicembre. Anzi, c’è un conflitto d’interessi– ride -: visto che lavoro per la Juventus per quanto riguarda la sfida scudetto professionalmente tifo Juve anche se una parte del mio cuore è ovviamente con Maurizio”. Un amore reciproco tra Artico ed Alessandria visto che la maglia grigia riuscì a conferirgli nuova linfa vitale regalandogli così una seconda giovinezza in carriera: “Quando ho vestito per la prima volta questa maglia arrivavo da un periodo difficile in cui avevo lasciato il calcio per una scelta di vita. Avevo 34 anni. Non ero al top né per quanto riguarda la forma fisica né per l’autostima. Questa piazza mi ha ridato certezze, passione e voglia di allenarmi e di soffrire”. Non solo. “Ho ritrovato stimoli che non provavo da diverso tempo. Sono orgogliosissimo e onorato di esserne diventato il capitano anche perché è una maglia gloriosa che tutta Italia conosce”. Ancora oggi non perde occasione per presenziare al Moccagatta, lavoro permettendo: “Seguo sempre l’Alessandria anzi, non ho mai smesso”. Alla vigilia della finalissima di ritorno di Coppa Italia di Serie C che si terrà domani alle 14:30 al Moccagatta di Alessandria, Fabio spera di poter festeggiare un grande successo da parte dei suoi grigi dopo la vittoria esterna dell’andata: “La Viterbese si è dimostrata una squadra scorbutica e fisica sia all’andata sia in campionato. Contro di loro sono sempre partite toste. L’1-0 a favore dei grigi dell’andata si può gestire ma io vorrei vedere ugualmente una squadra arrembante perché ha grandi giocatori”. Eppure, quest’Alessandria in confronto a quella dei tempi di Artico, secondo l’ex attaccante, ha davvero “poche analogie e similitudini. Noi eravamo una squadra abile ad esprimersi al meglio nel lungo periodo, in particolare quando in panchina c’era Sarri. Eravamo un gruppo forte e battagliero con un allenatore unico. In quest’Alessandria invece c’è molta più qualità. Hanno iniziato con un fardello sulle spalle a causa della débâcle dello scorso anno, ora però hanno trovato i giusti equilibri grazie a Marcolini che è stato bravissimo”.Tanto meno si rivede in qualcuno dei giocatori che domani affronteranno la Viterbese. “Io ero un attaccante che poteva svolgere sia il ruolo di prima sia quello di seconda punta senza problemi, avevo tecnica ma mi piaceva anche far la guerra. Penso che la mia qualità più grande sia sempre stato lo spirito di adattamento”. Impossibile però non apprezzare i giocatori di qualità a disposizione di Marcolini. “Di questa squadra mi piace Sestu perché quando gioca dà sempre l’impressione di poter essere pericoloso. Invece Gonzalez è il vero e proprio punto di riferimento”. Beh, con questi giocatori a supporto, con tutta probabilità l’ex capitano grigio avrebbe potuto segnare ancora di più. Ora, da tifoso, sogna di rivedere questa squadra al più presto “in Serie B. Sarebbe il giusto premio per il presidente Di Masi e per questa società oltre che per gli investimenti, per la passione che hanno sempre dimostrato per questi colori. Certo, sono stati commessi anche degli errori, ma chi non sbaglia mai?”. Un obiettivo il cui percorso di raggiungimento, vincendo la Coppa Italia di Serie C con conseguente accesso diretto alla seconda fase dei playoff, non verrebbe reso più semplice ma sicuramente meno impervio. Per dirla alla Artico: un percorso da escursionisti esperti ma non impossibile. E se ai giocatori di quest’Alessandria piacessero le escursione quanto meno la metà di quanto sono apprezzate dalla bandiera dei grigi, allora dalle parti del Moccagatta ci sarà sicuramente da divertirsi.
Data: 24/04/2018 -