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Data: 21/12/2016 -

Schubert-Gladbach: è separazione. Da "The Interim One" alla crisi della nuova stagione

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André Schubert e il Borussia Mönchengladbach si separano. Con una stretta di mano finisce l'avventura di uno degli allenatori più simpatici di Germania, che però ha vissuto con la squadra una crisi troppo pesante negli ultimi mesi. Appena tre punti sopra la zona retrocessione, decisiva la brutta sconfitta in casa contro il disastrato Wolfsburg. In Europa League a febbraio ci sarà la Fiorentina, sfida a cui, dunque, i Fohlen arriveranno con un nuovo volto in panchina, ancora da decidere. Prenderà il posto di chi, in qualche modo, ha caratterizzato in maniera opposta due stagioni, passando dall'essere elogiato all'essere considerato inadatto.

Era arrivato nel silenzio, cercando di riempire l'inevitabile vuoto lasciato da uno come Lucien Favre che a Mönchengladbach ha scritto una parte di storia. Si era presentato con la sua felpa verde, André Schubert, tanto da diventare da subito un personaggio cult in Bundesliga. Con lui, esattamente un anno fa, il Borussia aveva vissuto la sua splendida rinascita: all'improvviso 10 risultati utili consecutivi, dopo cinque tragiche sconfitte nelle prime cinque di campionato (sotto Favre, ora al Nizza). Si era auto-eletto "The Interim One", perchè vincente e perchè ancora senza un vero contratto tra le mani. Che prima delle vacanze di Natale gli era stato - a ragione - offerto dalla società.

Nel suo corso lungo un anno ha quasi fermato il Manchester City, ha firmato i primi punti della storia europea del club contro la Juventus e riportato la squadra in Champions per il secondo anno di fila, dopo una risalita da record. In estate, però, qualcosa si è incrinato: la cessione di Xhaka ha rotto gli equilibri e i tanti infortuni lo hanno messo in difficoltà. Tanto da non riuscire più a gestire una squadra con potenzialità ma finita in una spirale di preoccupanti risultati negativi (una vittoria nelle ultime undici). Con una stretta di mano ha risolto il contratto col Borussia, dopo aver fatto cose incredibili da neofita della Bundesliga, alla sua prima panchina professionistica della carriera.



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