André Schürrle il prossimo 6 novembre compirà 30 anni. Oggi non gioca più perché, dopo un'ultima stagione in Russia con la maglia dello Spartak Mosca, a luglio ha annunciato il suo ritiro. Lui, che è stato considerato uno dei talenti più belli della sua generazione e che nel 2014 è salito sul tetto del mondo con la Germania. Lui, che ora si racconta, a partire dalla sua esperienza al Chelsea con Josè Mourinho.
"Un uomo brutale"
L'ex attaccante ha vestito la maglia dei Blues dal 2013 al 2015, quando in panchina sedeva proprio l'allenatore portoghese con cui evidentemente non è mai nato un certo feeling. Una prima stagione molto positiva, fatta di 43 presenze e nove gol. Una seconda in cui invece ha trovato molto meno spazio, tanto da optare per il prestito al Wolfsburg: "E' un uomo brutale - le parole di Schürrle (su cui era piombato anche il Benevento) in un’intervista su Youtube con il giornalista Joko Winterscheidt - ho sempre pensato tra me e me: 'Cosa fa? Perché mi tratta così? Perché fa questo alle persone?'. Ripensandoci, mi rendo conto di cosa voleva da me. Ma allora non riuscivo a fare quello che mi chiedeva a causa della sua durezza e della pressione psicologica".
Autostima distrutta
Un periodo abbastanza complicato dunque: "Spesso tornavo a casa dopo aver parlato con lui e pensavo che non potevo più giocare. Come lo avrei potuto fare? Stavo accumulando una pressione estrema", ha raccontato il tedesco, la cui fiducia era stata ridotta ai minimi termini
"Mi capitava spesso di giocare dall'inizio e poi di essere sostituito all'intervallo. Poi, nella partita successiva, venivo messo in panchina o in tribuna. Ho perso la mia autostima", ha concluso.