Il nuovo vertice è lui, milanista da sempre e pazzo di Suso. 71 anni, realista e innovativo, Paolo Scaroni è, dallo scorso 21 luglio, il Presidente del Milan. Da dirigente e tifoso, l’obiettivo è tornare grandi quanti prima: “La qualificazione alla Champions League non fa parte dei nostri piani per la stagione in corso, ma per la prossima si - ha spiegato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport -. Servirà crescere contemporaneamente sia dal punto di vista economico che da quello sportivo. Eppure, con il Fair Play Finanziario, che di fatto collega questi due emisferi del mondo del pallone, è tutto più difficile: non ci è concesso comprare i campioni che ci servirebbero, e allora dovremo risalire investendo su giovani e cercando di fare plusvalenze. C’è tanto lavoro da fare, puntiamo a risollevare l’audience mondiale della nostra società”
La Juventus, sotto questo punto di vista, è inevitabilmente un modello da seguire: “La squadra di Agnelli, per prima in Italia, ha seguito il modello dei club inglesi realizzando uno stadio di proprietà e creandosi una tifoseria internazionale. Anche se, sono sincero: meglio qualificarmi tre volte alla Champions che vincere lo scudetto. All’estero, le partite di campionato non le guarda quasi nessuno”
La Champions League, però, non rientra gli obiettivi stagionali dei rossoneri: “Dall’anno prossimo, non potremo più permetterci di mancare la qualificazione. Servirà fare ancora qualche investimento, anche se pure contro la Juventus non ho visto una brutta squadra e credo che i ragazzi abbiano assorbito la grinta di Gattuso. Rino sta facendo un ottimo lavoro, abbiamo fatto più punti della passata stagione e non ho mai parlato di esonero fin qui. La sconfitta con i bianconeri tutto sommato ci stava, sono molto forti, contro il Betis è pesata di più ma parliamo comunque di un’ottimo avversario. Quanto al derby... beh, il prossimo derby voglio vincerlo. I nerazzurri hanno una bella squadra: sono grandi, grossi e forti”
Fondamentale, nel progetto del nuovo Milan, è stato il nuovo assetto della dirigenza, che ha puntato forte sul duo Leonardo-Maldini: “Paolo è sereno e si sta calando benissimo nel mestiere. Credo che lavorare al fianco di uno come Leo, che ne ha viste di tutti i colori, gli farà molto bene e gli aiuterà a diventare presto un grande dirigente. Fondamentale sarà ovviamente Gazidis: a lui spetterà il compito di gestire la macchina, di aumentare i ricavi per farci fare il salto di qualità. All’Arsenal ci è riuscito, in Premier già da anni hanno capito che il calcio doveva essere necessariamente trasformato in business. Servirà proprio questo”.
Il calciatore preferito del presidente, invece, gioca già in rossonero: “Adoro Suso, è strepitoso. Adesso dobbiamo cercare di trovare qualche giovane che, in futuro, potremo vendere - anche se a malincuore - a 30, 40 milioni, per poi puntare su gente più esperta che ci aiuti a tornare grandi. I tifosi capiranno le nostre scelte. Ibra? Beh, per Ibra è un discorso a parte. Sarà libero di scegliere la sua prossima squadra e, anche se non è più un ragazzino, mi fa impazzire. È altissimo e agile allo stesso tempo”
L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport