Il sorrisetto dice abbastanza: è quello di chi l’ha combinata grossa e lo sa bene. Ma non rivela proprio tutto. Al resto ci pensa lui con quell’accento romano de Roma davvero inconfondibile, una ventata d’allegria in val padana. “Ma che cavolo di gol hai fatto?”. Andrea prima ti guarda dritto negli occhi e poi spiazza una sala stampa intera, così: “Non lo so nemmeno io! Devo riguardarmi”. Risata generale. “Guarda, guarda” e tv subito al suo servizio, lui osserva interessato: rovesciata da posizione impensabile e palla all’angolino, golazo in piena regola. Ah, come ruolo non fa l'attaccante. “Per essere il mio primo con il Padova… beh non potevo chiedere di meglio” continua il difensore. Che poi però ammette fin troppo severo: “Meglio che me lo riguardi bene e più volte perché non mi capiterà più”. E via, un’altra risata spontanea.
“Ma poteva fare un gol normale uno così” è il suggerimento di qualche suo compagno alle mie spalle, con tanto di ghigno simpatico sotto i baffi. Andrea Sbraga non sente ma effettivamente… “non hai tutti i torti” sarebbe la risposta da mille e una notte. Cresta gialla in testa, tatuaggi ovunque, persino sulle mani. Un cane per amico: King. E quel look spesso (quasi sempre) stravagante, dal panta-gonna rossonero sfoggiato in pieno centro con grande nonchalance alle scarpe con tanto di led luminosi conficcati nelle suole. "Sembri un'astronave" gli disse qualcuno. De gustibus, certo. Ma la battuta di Luca Baldassin – un altro nuovo acquisto di gennaio in gol questa sera contro la Cremonese (2-1, girone A di Lega Pro) ovvero il nuovo che avanza e segna – scatta immediata: “Sbraga che mi dice come vestirmi? Sarei messo bene…” con tono che più ironico non si può. Poi si torna seri. “Andrea, a chi lo dedichi?”. Il difensore del Padova non è banale nemmeno in questo: “Prima di tutto ad un tifoso che viene sempre a vederci agli allenamenti durante la settimana: suo papà è mancato qualche giorno fa e così… il mio primo pensiero va a lui. Poi a Giuditta, un’amica di Firenze che prima della partita mi fa ‘oggi segni, vedrai’ ma sinceramente io non ero poi così convinto”. E che le hai detto? “Seee…”. E invece. “Peccato che non ci fosse la mia famiglia allo stadio” continua Andrea, rammaricato solo in questo. Ma sarà una buona scusa per replicare, magari già dalla prossima contro il Cuneo. Padova ci spera, sognando i play-off. E se anche lo fa brutto va bene uguale.