La stagione si è conclusa nel modo migliore possibile, per il Sassuolo. Gli emiliani, infatti, hanno ottenuto l’accesso ai preliminari di Europa League, dopo la sconfitta del Milan in Coppa Italia con la Juventus. Il presidente del Sassuolo, Giorgio Squinzi, ha voluto commentare così quest’annata straordinaria a Sky Sport.
“Sono impressionato dall’abilità della squadra di riuscire a giocare alla pari anche contro formazioni più forti. Ciò su cui dobbiamo lavorare è l’aver perso troppi punti contro organici inferiori al nostro, squadre che in base alla classifica avremmo dovuto battere senza difficoltà” ha detto Squinzi.
Come realtà, il Sassuolo ha ricordato a tutti gli appassionati il Leicester di Claudio Ranieri, che è riuscito addirittura a vincere il campionato in Inghilterra. “Possiamo fare altrettanto bene, non voglio porre limiti alla provvidenza. Anche se temo che nel momento in cui arriveremo al livello delle grandi, la squadra sarà meno simpatica ai tifosi italiani. Ma averle battute almeno una volta, vuol dire tanto” ha proseguito il presidente.
Insomma, adesso tutte le energie andranno impiegate per conquistare l’accesso alla fase a gironi dell’Europa League. Anche perché Squinzi non ha alcuna intenzione di fermarsi qui: “Al momento la squadra non è attrezzata per fare strada nella competizione, per cui ci muoveremo per adeguare la rosa. Non andremo a cercare Messi o Ronaldo, ma rinforzi che ci permetteranno di sostenere i due impegni settimanali. Quest’anno l’obiettivo era proprio l’Europa League, ma l’anno prossimo sarà la Champions. Di Francesco deciderà come arrivarci, se vincendo l’Europa League o arrivando terzi in campionato.”
Infine, il patron del Sassuolo si è espresso in modo critico sul momento del calcio italiano, individuando i tre aspetti da modificare per il futuro per il benessere di questo sport. “Bisogna tornare ad un calcio più nostrano, per non rivedere più una partita come Inter-Udinese con 22 stranieri in campo; poi, bisogna procedere ad una divisione dei diritti televisivi più equilibrata, dove dovrebbe avere più importanza il merito sportivo; infine, si deve trovare il modo di tornare ad affollare gli stadi, perché uno dei punti deboli del calcio italiano è l’assenza degli spettatori” ha concluso Squinzi.