Tre giorni perfetti. Tre giorni di ambizione e rilancio. Poco più di 72 ore che confermano e certificano il solco tracciato dal Sassuolo in questo inizio di stagione. Vittoria contro il Cosenza, 11 punti e terzo posto in campionato. Successo in Coppa Italia contro il Lecce e ottavi di finale conquistati. Il prossimo avversario? Il Milan a San Siro, non male.
Segnali di ripresa. Segnali di ripartenza. Ripartenza dopo la delusione dello scorso anno. Una retrocessione amara e un ritorno in Serie B. Ridare fiducia e segnare un cambiamento: due le prospettive da costruire per rialzarsi. Ed è quanto è stato fatto dal club neroverde. Restituire entusiasmo a un ambiente che l’aveva perso. Farlo inserendo decise e chiare novità nelle basi del passato. Un esempio? Fabio Grosso. La strada è tracciata.
Ripartire
Serviva cambiare. Serviva per ripartire. Tanti gli anni in Serie A. Alcuni vissuti da vero protagonista per prestazioni, giochi, continuità. Stagioni in cui il Sassuolo era divenuto un esempio per la lungimiranza e la solidità del progetto. Un percorso che ha trovato un battuta d’arresto lo scorso anno. Un campionato che ha seguito strade e coordinate diverse rispetto a quelle solite. Ecco perché era necessario porre in atto un cambiamento. E il primo passo era la scelta dell’allenatore. Un profilo importante per idee, personalità, filosofia. Fabio Grosso, appunto. L’impresa a Frosinone un esempio del suo lavoro. Questi primi mesi sulla panchina neroverde la conferma della bontà del percorso intrapreso. Qualcosa di diverso. Qualcosa… da Serie A.
Cooperativa del gol
Se si osserva il cammino compiuto dal Sassuolo fino ad adesso, c’è un dato che risalta. Un suggerimento? Gira tutto intorno a una parola: gol. Non c’è una partita in cui la squadra di Grosso non abbia segnato almeno una rete. Ma, soprattutto, 8 dei 10 realizzati sono arrivati da marcatori diversi. Cooperativa del gol. Dal primo contro il Catanzaro di Mulattieri, che si è poi ripetuto contro la Carrarese, agli ultimi di Laurienté contro il Cosenza e di D’Andrea e Muharemovic in Coppa Italia contro il Lecce.
Immagine di una squadra in cui tutti sono protagonisti e partecipi, vecchi e nuovi. Serviva una scossa per ritrovare la fiducia. Terzo posto, ottavi di coppa e il sogno di riconquistare ciò che si è perso: la Serie A.