Dal 2013 è diventato il "bomber con la valigia", ma stavolta Alessandro Matri spera di aver trovato la sistemazione definitiva. Tra il 2010 e il 2013 l'attaccante lombardo ha segnato 40 gol, 38 serie A e 2 in Champions. Tra il 2013 e il 2016 il suo girovagare ha inciso sul rendimento in campo: tra campionato, Coppa Italia e Coppe Europee, Matri ha segnato solamente 22 gol. L'Emilia potrebbe stimolare al punto giusto le sue capacità sotto porta?
"Voglio diventare un punto fermo qui" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Di Francesco mi ha spiegato i movimenti, che rispecchiano le mie caratteristiche. Spero di metterci poco a entrare nei meccanismi. Per fare vedere le mie qualità, ho bisogno dell’aiuto della squadra. Il gioco del Sassuolo può essere prezioso per me. Allegri? Ho un ottimo rapporto da sempre. E’ bravo tatticamente e sa trasmettere serenità nei momenti difficili come ha dimostrato anche l’anno scorso nella Juve. Conte, invece, ha fatto cose uniche, impensabili. Ha ottenuto risultati eccezionali con il lavoro e la cattiveria agonistica. Tatticamente è preparatissimo. E’ sempre concentratissimo, Allegri magari stempera di più".
Matri segnò la sua prima rete europea al Celtic Park di Glasgow, nel 2013: "Un’esperienza bellissima, un’atmosfera incredibile. Ricordo il tremendo boato alla fine dell’inno della Champions. Non credo che ci sarà bisogno di dire molto ai miei compagni perché sono serate esaltanti: è questo che insegui fin da bambino, il brivido, la pressione. Ma poi la concentrazione aiuta a superare l’impatto e non ti accorgi di nulla. Lo stadio che mi ha impressionato di più? Il Camp Nou, ma perché oltre allo stadio imponente c’era anche una squadra fortissima. Però io preferisco il Bernabeu: purtroppo lì sono stato solo in tribuna".
Nato calcisticamente nel Milan, l'attaccante lodigiano ha legato il suo nome per diversi anni alla Juventus: "Sì, e sono contento perché la Juve per me è stata una famiglia. Purtroppo non ho lasciato un bel ricordo al Milan dove non sono riuscito a fare quello che volevo. Ero stato messo in discussione perché ero stato pagato 12 milioni, ma mica era colpa mia. Da lì ho cominciato a girare per l’Italia e non so se sia stato un bene o un male per me. Io avevo solo voglia di giocare: di me si può dire tutto, ma non che abbia scelto di restare vicino a casa. Ho preferito fare altre esperienza piuttosto che vivere bene a Milano".
Bilancio di 14 anni di carriera? "Nei momenti di difficoltà mi sono aggrappato alla famiglia, avevo perso la serenità. Per fortuna mi sono ripreso dopo tanti momenti di fragilità. Avrei potuto e voluto fare di più. Però giocherò ancora qualche anno e ho un obiettivo: i 100 gol in Serie A. Adesso sono a 79. Dal punto di vista familiare, siamo felicissimi e in attesa... Presto prenderemo casa tra Modena e Sassuolo. Notorietà? Provo a ritagliarmi i miei spazi andando in vacanza lontano da tutti o rifugiandomi a casa dai miei, a Graffignana. Lì sono solo Alessandro".