Quattro gol nelle ultime due partite, una doppietta ciascuno rifilata a Palermo e Pescara: il bomber di Lodi è tornato. Alessandro Matri sembra, finalmente, aver ritrovato il feeling con il gol che mancava dai tempi di Cagliari e di Torino, sponda Juventus e non ha intenzione di fermarsi: obiettivo doppia cifra.
"Sono arrivato a Ferragosto senza aver fatto una preparazione adeguata col Milan" - spiega Matri nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Avevo giocato poco, dovevo mettere minuti nelle gambe. Ora sono al massimo. Domenica mi sono fatto trovare pronto in occasione del primo gol: poco importa che è il più veloce del campionato. Il secondo, invece,era cercato: se avessi voluto crossare avrei colpito il pallone in un altro modo, non con l’interno collo".
Berardi e Defrel, uno resta, l'altro, forse, parte: "Domenico ha qualità notevoli e tempi di gioco che agevolano i miei movimenti. Con un trequartista alle spalle posso avere più spazi perché mi porta via un difensore centrale. Defrel in partenza? Sarebbe un peccato, possiamo giocare insieme: lui svaria, a me piace muovermi in area. A Sassuolo ho trovato una società organizzata, che non ha niente da invidiare alle più grandi. Adesso ognuno ha un obiettivo: io penso a finire in doppia cifra, un giovane a crescere. E la squadra a far dimenticare il girone d’andata".
Tanti cambi di squadra per il bomber di Lodi, tutti dettati dalla necessità di scendere in campo: "All’inizio non ci pensi: devi fare la gavetta, hai l’obiettivo di rientrare alla squadra che ha il tuo cartellino. Poi diventa pesante, cerchi una stabilità, hai una voglia di dimostrare quanto vali che rischia di essere controproducente. E magari passi per mercenario mentre cambi squadra perché vuoi giocare".
Gol e allenatori più importanti? Sono targati Juventus: "Quello segnato nella finale di Coppa Italia vinta contro la Lazio. Allenatore? Si sa che sono legato ad Allegri, ho un rapporto che va al di là del campo. Di Francesco forse è più metodico. Allegri sa mantenere l’equilibrio nei periodi brutti. Nazionale? Ci spero, ma non è un’ossessione. Non ho pretese, sono due anni che non faccio bene".
Matri fa anche un pronostico sulla gara di Coppa Italia, Juventus-Milan: "Mi sarebbe piaciuto giocare la gara con la Juve: conosco meglio l’ambiente anche se nasco milanista. Vince la Juve, ha voglia di rifarsi dopo la Supercoppa. Cosa non ha funzionato nel Milan? Me lo chiedo ancora adesso, forse mi sono caricato di troppe pressioni, ho avuto troppe aspettative. Ma la colpa è stata mia, mi spiace di aver deluso nella squadra dove sono cresciuto".
In chiusura d'intervista Matri spiega come è nato il suo soprannome: "Mitra-Matri? Mi piace, me l’hanno dato i tifosi della Juve. Ricordo uno striscione: la mia faccia sul corpo di Rambo. Puma? Un’idea di un amico che mi aveva dedicato una canzone, però Manganelli non deve essere geloso: il vero Puma del Sassuolo è lui".