Le strade dell’emozione portano a Roma. Eusebio Di Francesco nella capitale ci ha giocato ed è stato team manager, il giallorosso potrebbe essere ancora nel destino dell’attuale allenatore del Sassuolo. Sarà il dopo Spalletti?
Il cuore da tenere in un angolo per novanta minuti, la Roma è l’unica grande del campionato che il Sassuolo non ha mai battuto, un tabù da sfatare nella sfida di domani con tanti ex romanisti nelle file neroverdi: Aquilani, Mazzitelli, Pellegrini, Ricci, Politano e Antei.
La rifinitura prima del viaggio ha scombinato i piani di Di Francesco: “Avrebbero giocato sia Gazzola che Mazzitelli – spiega l'allenatore neroverde – ma entrambi si sono infortunati alla caviglia. Purtroppo quest’anno ci sono stati tanti intoppi. Dai miei mi aspetto una gara ad qualità mentale. La formazione? La deciderò fra stanotte e domani. Nel ruolo di esterno basso giocherà uno fra Lirola e Letschert. Defrel potrebbe essere titolare”.
All’Olimpico sponda giallorossa il Sassuolo ha sempre fatto grandi prestazioni: “La squadra di Spalletti arriva dall’immeritata sconfitta con il Lione. Anche se Luciano farà turn over ha una rosa di grande qualità che può mettere in difficoltà chiunque. Dalla mia squadra mi aspetto un Sassuolo che metta in difficoltà l’avversaria. Un team che giochi in maniera dinamica e sia incisivo. Voglio cattiveria sia in fase difensiva che offensiva”.
Di Francesco è stato team manager romanista proprio con Spalletti in panchina, il tecnico toscano raccontò un aneddoto curioso: "Ogni tanto cambiava la distinta della formazione, si vedeva che era già allenatore".
Nei precedenti tre incontri è arrivato sempre il segno X:”Avremmo - continua Di Francesco - meritato qualcosa di più dei tre punti raccolti”.
Nelle ultime gare gli emiliani non hanno fatto grandi cose a livello offensivo, un reparto dove la stellina Domenico Berardi non segna da 10 partite: “Sotto porta ci vuole cattiveria e questa non si compra. Noi forniamo ai giocatori delle soluzioni,i calciatori devono arrivare alle partite preparati mentalmente facendo grandi cose”.
Antonio Montefusco