"Se mi sfidi, vinco io". Messaggio chiaro quello di Francesco Acerbi, che in effetti ha battuto alcuni dei peggiori "nemici" che si possano incrociare nella vita. Tra questi sicuramente il tumore, che lo stopper del Sassuolo è riuscito a vincere con coraggio: "La parola 'tumore' impressiona" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "La prima chemio è stata complicata. Con tutte quelle sostanze, ero mezzo ubriaco. Mi sono detto: 'Beh, se è così mica male…'. La facevo dalle 8 alle 2 del pomeriggio, avevo una televisioncina e guardavo il Dr. House, aspettavo lui. A mia madre è stato meglio dirlo dopo: è troppo ansiosa. Le ho detto 'Ho avuto un tumore. Mi hanno tolto un testicolo. Tutto ok. Tra 3 settimane gioco'. Anche nel periodo della chemio è rimasta due giorni a casa con me, poi l’avrei buttata giù dalla finestra. E’ bravissima, stupenda, meravigliosa, ma non volevo che mi trattasse da malato. In quel periodo ho conosciuto dei bambini malati. Vado a trovarli a casa, loro mi scrivono, mi chiamano. Io chiedo di promettere di non mollare, perché i bambini sono molto più grandi di noi: se ti dicono una cosa, cercano di mantenerla".
Acerbi ha sempre avuto fiducia nella guarigione: "Paura? Mai. E’ stata molto peggio quella volta col Transit. Ero dopo la rotonda di Siziano, vicino a Pavia, ho sorpassato dove non dovevo e mi sono trovato davanti un furgone. Ho fatto in tempo a rientrare solo perché quello che superavo ha frenato. Dopo un Sassuolo-Genoa, gara salvezza del , ho capito che ero cambiato. Ho smesso di bere birra e alcolici, ho cominciato a mangiare bene: tanta verdura, frutta, riso, bresaola, un po’ di grana, acqua. Anche se la pizza tonno e cipolle resta tanta roba. Il giorno in cui mi hanno dato l’ultima idoneità in programma c'era la gara contro la Samp. Da quella dipendeva il mio futuro. Se fosse andata male, però, ci avrei semplicemente messo più tempo del solito. Nazionale? Conte mi ha abbracciato, si vedeva che quello che mi diceva veniva da dentro".
Acerbi torna sull'esperienza al Milan: "Mi hanno mandato via, ma al 90% è colpa mia. Pure al 95%. Da ragazzino ero uno da Fossa dei Leoni, partivo da Melegnano con gli amici e andavo a San Siro con la metro: l’ultima gara è stata la semifinale di Champions 2007, Milan-Manchester 3-0. Stavolta però tiferò Juve, dobbiamo andare in Europa. Di Francesco al Milan? Il mister è bravo e merita: per me è pronto". Acerbi elenca anche i compagni pronti per una big: "Berardi. Pellegrini tra due anni: ha tiro, è cattivo, forte fisicamente. Consigli. Vrsaljko. Poi Defrel e Sansone sono bravi, Duncan deve solo essere più continuo e anche Magnanelli meriterebbe. Io? Ho in testa quello che voglio e lo otterrò, però non lo dico. Ho i miei obiettivi e vado dritto. Una volta ero molto ribelle, chi mi sfidava perdeva perché mi fissavo e vincevo. Europeo? Siamo io, Astori, Ranocchia e forse Romagnoli per un posto. Diciamo il 50%".