“A Perugia abbiamo la nostra filosofia: sacrificio e tanta passione. Ne siamo orgogliosi anche se non siamo del tutto soddisfatti perché non disputare i playoff dopo essere arrivati quarti sarebbe una grandissima sconfitta”. I numeri da una parte, il cuore dall’altra. Rosso come le maglie con cui scendono in campo in un Curi sempre “infuocato”, voglioso di spingere la squadra ancora più su, come ha fatto per tutta la stagione. “Questa Serie B è molto più emozionante della Serie A a questo punto, quindi è giusto che i playoff vadano disputati”. Eccolo che ritorna. Argomento caldo. E la speranza del Perugia, ma non solo, è quella che si sente dalle parole del presidente Massimiliano Santopadre che, a due giorni dalla sfida contro il Latina, ha spiegato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com il mondo Perugia con il suo passato, il presente e gli obiettivi futuri. Pochi dubbi, tante convinzioni, e punti forti: “La continuità societaria, l’unione del gruppo, un allenatore affamato”.
La volata finale: “Non ci regalerà niente nessuno”
Latina-Perugia alle porte: una sfida “che si prepara da sola”. Gli ingredienti? “Massima concentrazione e attenzione. Sappiamo tutti benissimo che il Latina è già retrocesso ma non vorrei dimenticare, essendo romano, un famoso Roma-Lecce in cui i giallorossi lasciarono lo scudetto per strada proprio contro una squadra già retrocessa... Non ci regalerà niente nessuno, come non è mai accaduto e come è giusto che sia”. Testa e cuore al Francioni, ma non senza un pensiero anche ad altri campi: “Alla squadra infatti dico: andiamo a vincere! Anche se non dipende soltanto da noi. E penso alle altre squadre e poi agli arbitri perché gli errori ci possono essere, sono umani e vengono accettati, ma ci sarà da prestare la massima attenzione, con grande personalità in ogni decisione, perché ogni società ha degli obiettivi da seguire e da raggiungere. Si investono tanti soldi, si investe la passione, si investe il tempo, il denaro, l’orgoglio di città e di regione. E poi: che vinca il migliore”. La classifica intanto dice che meglio del Perugia hanno fatto solo Spal, Verona e Frosinone e quello attuale è un quarto posto che è lo specchio di “un lavoro che portiamo avanti ormai da 6 anni, di costruzione, di crescita e del voler fare le cose con il passo giusto senza mai forzare le situazioni”.
Bucchi e il futuro: “Coraggio e follia, ma anche equilibrio e intelligenza”
Impossibile non parlare del lavoro di chi ha condotto fin qui il Perugia. “A prescindere da quello che si fa, contano sempre i risultati. Anche per Bucchi, disputare i playoff significherebbe il giusto premio per quanto di buono fatto”. ‘Sapevo che un Perugia coraggioso avrebbe centrato i playoff, un Perugia folle li potrebbe anche vincere’, parole del ds Goretti. E secondo il presidente? “Giusto, se non li avessi avuti, anche io non avrei fatto l’imprenditore. Ma aggiungo anche l’equilibrio e l’intelligenza”. La stessa, tattica e non, che ha portato Bucchi a far migliorare la squadra che nel girone di ritorno ha già superato i punti collezionati in quello di andata: “Cristian è un allenatore che sa fare il suo mestiere. Poi, è chiaro, è giovane, ha ancora tanto tempo ma si vede ogni giorno quanto abbia a cuore il suo mestiere. Il Perugia nella griglia del playoff ci è arrivata, non giocarli sarebbe una grandissima beffa. Il suo futuro? Credo che la soluzione sia giocare subito la Serie A con la squadra che lui eventualmente ha portato alla promozione. Poi non sta a me dire quello che deve fare o farà il prossimo anno. E’ talmente intelligente che saprà fare sicuramente la scelta giusta, a prescindere da quello che possa pensare il suo presidente. Ma Cristian adesso ha soltanto una strada da percorrere: vincere a Latina e poi pensare a vincere anche contro la Salernitana. Tra 15 giorni poi, a seconda di quello che accadrà, farà la scelta migliore".
Il mercato e la pianificazione: “Continuità e miglioramenti”
Staff e dirigenza confermati per altri due anni e quel segnale di voler proseguire sulla strada tracciata insieme a collaboratori di valore. E se è presto per parlare del mercato estivo, il giudizio su quello invernale è chiaro: “Meraviglioso. Si fa sempre la comparazione: spese/entrate. Ma non è così perché molte volte spendere tanto non significa migliorare la squadra. Noi abbiamo fatto un mercato quasi perfetto perché abbiamo alzato la posizione in classifica da gennaio in poi. Significa che il mercato ha portato dei vantaggi. E poi abbiamo preso dei ragazzi straordinari: Forte, Mustacchio, Gnahoré, Terrani, Brignoli che ci hanno portato un tasso tecnico importante nello spogliatoio. Non avevamo bisogno di giocatori tanto più forti di quelli che avevamo già, la nostra rosa era già forte. Dovevamo soltanto ampliarla”. Sul fronte uscite, ecco invece Santopadre Jr, acquistato dall’Atalanta e lasciato in prestito di 18 mesi sempre al Perugia. “Parlare di mio figlio non è sempre molto semplice. Comunque ha fatto una crescita importante in questi 2 anni e quello che gli posso augurare è di continuare a fare quello che sta facendo adesso con umiltà, con il massimo impegno, con il lavoro quotidiano e credendo nel proprio obiettivo. Poi vediamo quello che accade”.
Strutture, investimenti e l’appello ai presidenti di B: “Non disertate le assemblee”
La pianificazione del futuro passa, inevitabilmente, anche dal modo in cui si curano altre facce del club, che non siano la prima squadra, come le strutture ed il settore giovanile: “Sono convinto che una struttura societaria senza un’impiantistica adeguata, moderna e funzionale non renda come potrebbe. L’importante è che i dipendenti siano messi nelle migliori condizioni per poter dare il 100 per cento. E un altro tassello importante della questione riguarda lo stadio, nonostante al momento non sia una priorità. Anche con un giocatore in meno ma con quei soldi del giocatore investiti nell’impiantistica, credo si possa arrivare a dei risultati sportivi importanti. A Perugia stiamo anche lavorando in tal senso: basta venire qui e vedere come dall’ultimo fallimento in poi siano stati fatti enormi passi da gigante. Il tutto con investimenti privati, perché tutto questo non può gravare sulle casse comunali”. Sullo stato delle casse del club invece influisce anche la Lega di appartenenza. Tasto dolente: due giorni fa l’assemblea per eleggere il nuovo presidente si è trasformata in un nuovo nulla di fatto: “Credo che tutti, da presidenti di squadre di Serie B, abbiamo il dovere di presentarci ad un’assemblea che viene convocata dal vicepresidente. Per me però l’importante è non disertare l’assemblea. Invece sta accadendo ripetutamente che la minoranza, ovvero 7 società, non si presenta per non far eleggere il nuovo presidente. Se la minoranza non vuole Claudio Lotito, che proponga un nuovo nome. Nell’ultima assemblea dovevano essere trattati 10 ordini del giorno, tra cui la presidenza elettiva. Il risultato? Che per paura che venisse eletto Lotito non si sono presentati in 7, quindi è stato usato un escamotage legale per farla saltare. Ma gli altri 9 ordini del giorno erano legati a situazioni che sono di vitale importanza per la Serie B, tra cui la Legge Melandri che ci può recare grandi problemi a livello economico se non viene modificata. Quindi faccio un appello a questi presidenti che hanno paura che venga eletto Claudio Lotito: presenziare all’assemblea non significa votare Claudio Lotito, ma fare la cosa giusta. Non sono suo fratello, ma dico che non si può arrivare al commissariamento, c’è un lavoro da portare avanti in vista del prossimo campionato”.
Il messaggio ai tifosi: “Ce la faremo!”
“Perché ce lo meritiamo. Penso che sia giusto che questa Serie B faccia i playoff. E’ stato un campionato talmente spettacolare, imprevedibile e ancora tutto da decidere che dall’alto, chi ci ascolta, li deve far disputare. E questi playoff li meritiamo noi, il Benevento, il Carpi e le altre squadre che hanno faticato fino ad oggi”. Il giusto premio anche per i tifosi: “Abbiamo una media trasferta di 400 unità a partita. Sono numeri importanti, per non parlare di quelli interni perché siamo il terzo o quarto pubblico in B. Se non avessi avuto questi tifosi non sarei arrivato fin qui col Perugia. Le sorti di un club sono sempre legate ai propri tifosi, sono la benzina e il motore del calcio. Perugia mi vuole bene, e io voglio tantissimo bene a questa città e non nascondo che i nostri successi sportivi siano merito anche di questa unione che c’è tra la proprietà e la tifoseria. E’ qualcosa di fondamentale come l’onestà e la sincerità del presidente, perché bisogna farsi amare. Non bastano i soldi. Senza stima, il pubblico non ti ama. Al 99 per cento non ho mai disatteso le aspettative e alle parole sono seguiti i fatti”. Cuore, mente e mondo Perugia.
Fonte foto: acperugiacalcio.com - Ph: Roberto Settonce