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Data: 18/03/2017 -

Sanchez non è mai abbastanza, l’Arsenal va sempre più giù: tra striscioni, aerei e polemiche

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C’è un inizio e una fine. Sempre. Nella vita ma non solo, soprattutto nel calcio. Questione di cicli, esperienze e successi. Ma quando questi si trasformano in disfatte, beh: tutto può cambiare. Per credere, domandate ai tifosi dell’Arsenal. “All Good Things Must Come to an End”. Traduzione? Ok, si capisce. E lo sa bene, Arsene Wenger. Via con I numeri, dritti a al punto: quarta sconfitta in cinque partite di Premier. Sempre più giù. Roba bollente. E ora la doppietta di Craig Dawson e il gol di Hal Robson-Kanu amplificano la situazione. Anche il West Bromwich Albion si diverte a spese di Sanchez e compagni. A proposito: Alexis. Un altro tema caldo. Il cileno non è mai abbastanza. Oggi è stato lui l’autore del momentaneo pareggio, 18esima rete in stagione: ma il risultato è lo stesso. Un peccato, l'ex Udinese è il miglior cannoniere della Premier dopo Lukaku e Kane. Passato da ala sinistra a padrone del centro dell’attacco, al posto di Giroud.

Una polemica dietro l’altra. Anche per Sanchez, nonostante il rendimento. Beccato sorridere in panchina durante la disfatta con il Bayern Monaco. Clima teso a Londra. ‘Ridere? Meglio piangere’, mormorano i tabloid. I veri problemi, però, sono ben altri. Sì, l’allenatore. Un manager mai stato così lontano. Dubbi sul futuro? Tanti. Alla faccia dei 21 passati assieme a Wenger. Poco importano i titoli conquistati, 15 trofei tra Premier League, Coppe d’Inghilterra e Community Shield. Perché ora parlano i fatti: "È il momento peggiore della mia carriera all'Arsenal. Siamo in un brutto momento, come non ne avevamo mai vissuti in 20 anni”. Ammissione vera, sì. Parole amare dopo l’ennesima sconfitta. Ma i tifosi vogliono risposte, ansiosi di sapere cosa gli aspetterà: “Dove sarò l'anno prossimo? Entro marzo o aprile conoscerete la mia decisione".

Intanto, spazio alle critiche. Anche durante le partite, vedi oggi. Nel corso del match contro il WBA un aereo ha sorvolato il The Hawthorns mostrando in cielo un chiaro messaggio: ‘No contract, #WengerOut’. Batoste pesanti, rumorose. Imperdonabili le goleade subite in Champions League. Contro il Bayern Monaco, a Londra, non c’è stata alcuna reazione d’orgoglio. E anche oggi, come nelle ultime uscite di campionato, la squadra è parsa timida e confusa. Situazione: quinto posto in Premier League a quota 50 punti, black out totale. E domani lo scontro tra Manchester City e Liverpool può compromettere ancor di più l’accesso alla Champions League, oggi lontana 5 punti. Contestazioni fisse, ormai: Wenger? ‘Time for change’. Sarcasmo e striscioni di protesta ovunque. E l’ultimo guaio risponde al nome di Cech, infortunatosi proprio qesto pomeirggio. Ma è difficile identificare il vero colpevole tra i giocatori. Calciatori sotto tono, disattenti in fase difensiva. Scintillanti nei primi minuti, calanti nel corso del match. E quel gioco offensivo e verticale ormai è solo un vecchio ricordo. ‘Boring, boring Arsenal’, si diceva all’ombra Highbury. #Wenger out, si grida ora all’Emirates Stadium. Perché c'è un inizio e una fine, sempre.


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