Ko col Milan alle spalle, per Viviano e compagni è tempo di pensare ai prossimi novanta minuti di campionato: quelli che vedranno Sampdoria e Udinese giocarsi punti importantissimi per la corsa ad un posto in Europa. Eccola la vigilia di casa Samp, domani impegnata al Ferraris contro i ragazzi di Oddo. Sfida che Marco Giampaolo, a poco più di ventiquattr'ore dal fischio d'inizio del match, dalla sala stampa del Mugnaini di Bogliasco ha introdotto così.
“La partita contro il Milan l’ho rivista due volte: lunedì, ma ero stanco e poco lucido. Martedì per farmi un’idea più chiara di quella che è stata la partita, mi va di tornarci sopra perché non è più importante, ora la è quella di domani. Posso dire che nella fase difensiva è stata forse la migliore prestazione collettiva della stagione, siamo mancati nell’ultimo passaggio: ci è mancata la sensibilità degli ultimi trenta metri. Ora arriva l’Udinese, che è una partita molto complicata”.
“Da affrontare con un Zapata sottotono? Quando parlo di scelte e smarcamenti mi riferisco ai tre attaccanti, non del singolo. Parlo di atteggiamenti collettivi. Chi si assume delle responsabilità può sbagliare, può essere che Zapata attraversi un periodo di appannamento, perché probabilmente stare ad alti livelli per dieci mesi non è facile. Per questo se uno sta bene gioca se no giocano gli altri tre: non c’è un caso Zapata, se starà bene giocherà, altrimenti giocherà qualcun altro. Non esiste alcun caso Zapata, lui deve pensare ad allenarsi e io lo giudicherò di volta in volta. Dopo la sostituzione non era contento, ma non esiste multare un giocatore: io non sono un esattore. A me interessa capiscano alcune cose, doveva salutare il compagno e basta. Il ragazzo è educato e tranquillo”.
“La sensazione che se gioca bene uno giocano bene tutti? In una prestazione collettiva se mancano uno o più giocatori non puoi nasconderlo: bisogna solo capire quale tipo di lavoro sta facendo la Sampdoria e il tipo di campionato che si vuole fare. Avessimo fatto tante prestazioni di alto livello, saremmo secondi o terzi e non è questa la nostra dimensione, bisognerà capire dove possiamo arrivare e quanta ambizione abbiamo per arrivarci”. Tornando all’Udinese avversario di giornata. “È una squadra fisica, sa chiudersi, sa ripartire: sarà un confronto fisico particolare, noi dovremo fare una partita grande a livello tecnico, di personalità, di voglia di vincere. Partita complicatissima, ma se affrontata come va fatto non ci saranno problemi, mi aspetto che la squadra faccia quello che sa. La spinta del pubblico? Sarà determinante, lo dico sempre. Noi dobbiamo avere la forza di alimentare quella passione, la squadra deve tenere acceso quel fuoco: a noi non regala niente nessuno, dobbiamo meritarcela. L’importanza di Caprari per scardinare una difesa fisica come quella dell’Udinese? Caprari non basta. Domani ci vorrà la qualità dei primi undici, lo spirito, la lucidità dei primi undici, capire che partita si vuole fare”.
Sulla condizione della squadra. “Barreto si è allenato bene e sta bene, è un grande professionista. Verre e Sala non sono a disposizione. Le convocazioni di Ferrari e Caprari per lo stage della Nazionale? Sono contento e sono contenti i giocatori, poi noi italiani ne abbiamo pochi, a meno che Di Biagio non voglia chiamare Quagliarella in nazionale. Lo meriterebbe? Per quello che sta facendo si, avesse vent’anni sarebbe stato convocato. Lui ha altri record da inseguire. Praet? È disponibile, ma l’ho visto un po’ sporco: è a disposizione, l’abbiamo recuperato ed è importantissimo per noi”.
"La convocazione del giovane Ercolano? Sala era fuori ed è venuto a fare un paio di allenamenti con noi, mi sono divertito. Ho visto che era svelto, sedici anni ma nessun timore reverenziale, poi gli ho chiesto di dove sei? Di Castellammare... e allora ho capito. - sorride Giampaolo - Hanno qualcosa di più, l’ho chiamato ora deve pensare solo a divertirsi”. A chiudere la conferenza una battuta sul possibile record personale di cento vittorie e tredici stagionali. “I miei record? Arrivare alla centesima partita è bello, a me piace vincere. I traguardi come quelli sono tipo quelli della montagna, sono temporanei. Deve vincere la Sampdoria, i miei record personali non mi interessano poi più di tanto, bisogna fare qualcosa di storico con questa squadra, siamo tenuti a fare qualcosa di straordinario”.