Lunch match con Sampdoria-Milan nell'ultima domenica di settembre. Una grande partita, con due allenatori emergenti come Giampaolo e Montella. Li conosce bene entrambi Massimo Ferrero, presidente blucerchiato, che ha concesso una intervista ricca di spunti a Gazza.it, cominciando proprio dalla sfida di Marassi: "I pronostici portano un po' sfiga (ride, ndr), ma non mi piace la cautela: finisce 2-1 per noi. Quest'anno possiamo divertirci...". Una Samp che guarda alla parte sinistra della classifica, ma Ferrero glissa: ""olte le sei big, voglio arrivare primo tra le altre 14. Va bene se le rispondo così?". E intanto al Ferraris ritroverà Vincenzo Montella: "Gli voglio molto bene, è un ragazzo d'oro. Per prenderlo passai una settimana cercando di convincere i Della Valle, persone eccezionali, a togliere quella famosa clausola. Arrivare a Montella fu per me la realizzazione di un sogno perché in quel momento la Sampdoria non stava passando un bel periodo e io ero all'inizio della mia carriera nel calcio. Per me è impossibile parlar male di Vincenzo.
Alla guida della Samp adesso però c'è Marco Giampaolo, che potrebbe far gola alle panchine dei grandi club: "Una volta la Samp era un discount, un serbatoio di talenti, oggi abbiamo profili già grandi. Detto ciò, non credo che Giampaolo sia già pronto per una big. E se ci lasciasse non ci perderei io, ma lui. Un altro annetto con me dovrebbe farselo. Marco è un creatore del calcio, perfetto per un club dove bisogna inventare. E in una squadra fatta e finita piena di campioni cosa potrebbe fare? Poco, credo non si divertirebbe. Poi gli allenatori che vanno via rimpiangono Ferrero". E un domani sulla panchina blucerchiata ci potrebbe essere un nome piuttosto suggestivo: "Ma io non ne conosco tanti… Potrei dire Bielsa, il Loco: un pazzo come me. In passato ho anche cercato di portarlo a Genova, senza riuscirci. Oppure Ventura, lui sarebbe un altro dei miei allenatori. Chissà, se un giorno lasciasse la Nazionale...". Sotto la gestione Ferrero, intanto, tanti nomi importanti sono passati dalla sponda blucerchiata di Genova. A partire da Samuel Eto'o: "No. Non lo conoscevo nemmeno, la prima volta lo scambiai per un cameriere (ride, ndr). Fu un colpo soprattutto mediatico, ma ci saremmo aspettati qualcosa di più dal punto di vista tecnico". Poteva venire in estate, invece, Wesley Snejder: "Quell'arrivo mancato ha compromesso l'acquisto di Ilicic. Quando è venuto a sapere di Sneijder si è particolarmente arrabbiato e ha deciso di andare a Bergamo". Sarebbe stato un gran giocatore, proprio come lo è stato Antonio Cassano: "Persona fantastica e grandissimo talento, anche se è prigioniero di se stesso. Il suo problema è uno solo: è cresciuto mandando a quel paese tutti quanti. E alla fine si creano delle etichette, a volte esagerate. Gli ho anche proposto di rimanere vicino a me, perché sa tutto di calcio. Ma lui è un sanguigno, non potrei dirgli nulla perché si offenderebbe subito".
Sono andati via da Genoa in estate Luis Muriel e Patrik Schick: "Tanti presidenti investono molto perché si innamorano dei calciatori, è successo anche a me con Muriel. Non volevo venderlo, ma alcuni devono cambiare aria per spiccare il volo. Luis è andato via perché ho anteposto la sua felicità alla mia. Su Schick: "Non voleva rimanere, altrimenti lo avrei tenuto un altro anno. Il problema di questi giocatori sono i procuratori, che li trattano come fossero opere d'arte, ma hanno solo 20 anni. "Lo volevano tutti: Monaco, Psg, Juventus, Roma. In giallorosso potrà diventare un principino. Ma sarò onesto: senza il blocco del governo cinese oggi sarebbe all'Inter con Skriniar". E infine spazio a due sogni: "Vorrei vincere qualcosa con la Samp. Poi, con un bel trofeo in bacheca, potrei anche regalarla". E poi un altro ancora: "Sono romano e romanista, sogno di comprare la Roma. Io sarei l'ottavo Re, Totti l'Imperatore ".