Non giocava più da 18 mesi. Oggi ha deciso di appendere gli scarpini al proverbiale chiodo. Samir Nasri lascia il calcio a 34 anni. Ha vestito le maglie di Olympique Marsiglia, Arsenal, Manchester City, Siviglia, West Ham, Antalyaspor e Anderlecht. Ma la sua carriera (specialmente la sua seconda parte) è più un cumulo di rimpianti che di grandi trofei.
QUEL MONDIALE MANCATO...
La sliding door della carriera calcistica di Nasri avviene nel maggio 2014. Il 'Piccolo principe', come lo chiamavano i marsigliesi, veniva da una grande stagione con il Manchester City (46 presenze ufficiali, 11 gol e 12 assist). Numeri da attaccante che non era. Si sente pronto per un posto nella nazionale francese per la spedizione dei mondiali brasiliani, ma la chiamata di Deschamps non arriva: "In Nazionale non fa le stesse cose che fa nel City".
Samir incassa, la fidanzata perde le staffe e si sfoga su Twitter: "F*ck la France et F*ck Deschamps". Il rapporto si rompe. Adieu nazionale per Nasri, anche perché Deschamps è ancora il ct e Samir non ha più raggiunto quei livelli.
L'anno successivo gioca e segna meno: solo 24 presenze in campionato. La stagione dopo le dimezza: 12. Nel 2016 cambia aria: lo chiama Sampaoli e sceglie Siviglia.
L'AMICO SAMPAOLI E LA SQUALIFICA
Per Samir, Sampaoli non sarà un allenatore, ma "un amico". El Zurdo parla con Nasri e tocca i tasti 'giusti': "Puoi uscire, bere e fare quello che ti pare. Se vuoi andare a trovare la famiglia, ti tengo io il cane. Basta che tu mi giochi bene in campo". Tradotto: non mi interessano le tue gambe, voglio i tuoi occhi.
Alti e bassi: a Siviglia Nasri ritroverà un buon livello ma non tornerà più quello di un tempo. Le ultime esperienze saranno all'Antalyaspor (8 presenze), al West Ham (6 presenze) e all'Anderlecht (7 presenze). Nel mezzo c'è stata anche una squalifica (prima di sei mesi, poi allungata a diciotto) per doping, per colpa di un'autotrasfusione a scopo terapeutico, una metodologia che però non è consentita dall'agenzia mondiale antidoping (WADA).
È la goccia che fa traboccare il vaso: "La squalifica mi ha fatto molto male e ha cambiato il mio rapporto col calcio. Non avevo preso alcun prodotto dopante, era solo un'iniezione di vitamine perché ero malato: è stata un'ingiustizia". Il principe ha mollato: col calcio è finita.