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Data: 23/10/2017 -

Sami Khedira, la Signora in giallo ha trovato il suo detective: prima tripletta in carriera, al posto giusto nel momento giusto

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Nell’arco di una stagione esistono momenti, o meglio partite, che rappresentano punti di svolta. Partite che si trasformano in un giallo in cui la risoluzione del caso, se indovinata, può dar via a una lunga scia di casi risolti positivamente. Sbagliare, invece, può costare caro: può significare inabissarsi, non riuscire a progredire nelle indagini, mentre il colpevole si dilegua lontano. Oggi la Juventus (non a caso in giallo) ha rischiato di inabissarsi (e non a caso c’era anche la pioggia…) a Udine: un altro risultato negativo, dopo gli stop con Lazio e Atalanta, non sarebbe stato facile da assorbire, avrebbe avuto il sapore di occasione persa a maggior ragione dopo il pari tra Napoli e Inter

E invece, tutte le premesse e i segnali negativi sono stati ribaltati. Con l’aiuto, fondamentale, del detective che non ti aspetti: Sami Khedira, che si porta a casa il pallone e la soluzione del giallo. L’infortunio è ormai alle spalle, la condizione (che lo aveva un po’ tradito contro la Lazio) sta tornando quella ideale. E il fiuto per il gol… Khedira si è rifatto con gli interessi: stava attraversando il periodo di digiuno dal gol più lungo da quando è in Italia, ne segna tre in un colpo solo (e la Juve ne fa 6 senza beneficiare di nessun gol dagli attaccanti...). Il primo per rimettere in carreggiata una partita cominciata in salita, il secondo per chiuderla con il lucchetto ed evitare patemi alla sua squadra e il terzo… per le statistiche: prima tripletta non solo in Serie A, ma in carriera. “Amazing feelings” dice il tedesco, in inglese, nel post-partita. Dopo tre anni a Torino preferisce ancora esprimersi così. Timidezza o paura di sbagliare? Di sicuro non ‘ostracismo’ verso la lingua italiana, lui che è tedesco ma allo stesso tempo immagine di un melting-pot genetico e culturale. Il papà, tunisino, si trasferì in Germania per l’amore verso la (futura) mamma di Sami. Una storia di integrazione ante litteram.

E, a proposito di integrazione, Khedira si è integrato perfettamente nella Juve. Leader silenzioso, probabilmente si sente più la sua assenza a volte rispetto alla presenza. Non oggi però: l’infortunio al ginocchio rimediato a fine agosto con la nazionale tedesca è archiviato. Sì, è frequente leggere le parole ‘Khedira’ e ‘infortunio’ nella stessa frase: ma l’ultimo è stato più un caso che un problema riconducibile alla sua fragilità. Sami ha infatti combattuto e vinto la sua personale battaglia contro i troppi problemi muscolari che hanno costellato la sua carriera. Come? Cura maniacale della preparazione fisica e dell’alimentazione, con sedute di allenamento o fisioterapia anche notturne. 30 anni compiuti lo scorso aprile, Khedira è diventato un punto fermo del centrocampo bianconero. E, in termini di gol, si era fatto sicuramente apprezzare già nelle due passate stagioni. Ma oggi ha decisamente esagerato: tedesco 2.0 già sul tetto del mondo, amante del buon vino (giusto un bicchiere, però), timido di carattere ma con doti di leadership, sapienza tattica e fisicità. Da oggi una nuova skill nel suo curriculum: autore di triplette proprio quando serve di più. That’s Khedira, “Signore in giallo”.

Tags: Juventus



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