In famiglia lo chiamano tutti 'Sir William’, dalla nonna alla sorella. Ma il soprannome gliel’ha dato suo fratello Davide, calciatore come lui, attaccante come lui, qui la nostra intervista doppia. 'In onore di Sir William Wallace, protagonista di Braveheart’. Il perché spiega molte cose del Lapadula persona: come Sir Wallace ha lottato per la sua patria, Sir Gianluca lotta ogni domenica, in campo. Per vincere, insieme. Insieme. E la ripetizione non è certo un errore. A lui interessa il collettivo, a lui interessa portare a casa il bottino pieno e salire in classifica. Preferisce fare un gol da tre punti che una tripletta fine a se stessa. Un po’ come contro il Palermo. Generoso. Guerriero.
‘Sir William’ sta vivendo un sogno. La Serie A. Il Milan. Già, proprio quel Milan che in estate lo ha soffiato alla concorrenza di tantissime squadre italiane, stregate dai suoi 30+ gol che sono valsi una promozione in massima serie con il Pescara. Su di lui c'era soprattutto il Genoa, a cui il ragazzo aveva dato la parola. Ma 'Presidente, la ringrazio infinitamente dell'interesse però il Milan è occasione troppo grande' scrisse lui a Preziosi. Sincero. Scelte di vita, non solo di pallone. Ieri al Barbera è arrivato anche il primo gol ‘tra i grandi’, bellissimo tra l’altro: di tacco, d’istinto, di coraggio. E poi via sotto la curva rossonera per un’esultanza rabbiosa, ringhiosa, affamata. Altro che lacrime, alla sua età non c'è tempo per piangere, bisogna fare. Se gol, meglio. Come ha sempre dimostrato in tutta la sua carriera d'altronde: neanche due anni fa la buttava dentro in Lega Pro, col Teramo. Ah già, un piccolo dettaglio da sottolineare: Gianluca sta vivendo tutta questa favola da sogno all’età di 26 anni. Perché non è mai troppo tardi per concretizzare i sacrifici di una vita intera fatta di pallone. Pallone e…famiglia. Quella sì, davanti al resto e sempre al suo fianco, al primo posto nel cuore di Gianluca Lapadula. La sorella Anna - il rapporto tra loro è strettissimo - gli ha scritto un messaggino quando la partita doveva ancora finire. Impaziente. Al fischio finale, l’attaccante ha ricevuto e ascoltato un ‘audio’ collettivo con le voci di mamma, papà, moglie, bimbe e nonna. Emozioni e voci rotte. Tutti in lacrime, ovviamente. Lapadula ha prontamente richiamato casa, felicissimo. La seconda cosa che ha detto dopo ‘vi voglio bene’ è stata ‘adesso restiamo sul pezzo, questo deve essere solo l’inizio’. Detto, fatto. Nemmeno 24 ore dopo, Lapadula si toglie un'altra soddisfazione, una gioia... Nazionale! Così all'improvviso, inaspettatamente, per questo tutto ancora più bello. Out Gabbiadini per un problema fisico e dentro lui, Ventura non ha avuto dubbi. Valigia fatta in fretta e furia (si, le scarpe ci sono) e treno preso pochi minuti fa, sotto lo sguardo di una sorella Anna troppo contenta per non commuoversi. Dicevano che non sarebbe mai stato preso in considerazione, dicevano che avrebbe fatto bene a scegliere il Perù (Lapadula ha doppio passaporto, QUI la storia) quando il CT Gareca era venuto in Italia per corteggiarlo e convincerlo ad accettare il suo progetto. Ma lui disse no. Educatamente e con una bellissima lettera, ma rifiutò. Oddo gli predisse il futuro azzurro, Oggi Gianluca se l'è preso. Inaspettatamente. A 26 anni.